Deficit materno vitamina D associato a incremento rischio sclerosi multipla sulla progenie



Stando ai risultati di uno studio finlandese, pubblicato su Jama Neurology (1), il riscontro di livelli insufficienti di 25(OH)D nel sangue durante la gravidanza potrebbe aumentare il rischio di insorgenza di sclerosi multipla (SM) nella progenie.
 
Tali osservazioni si aggiungono a dati precedentemente da noi riferiti in letteratura e confermati dalla recente Consensus Italiana sulla vitamina D in età pediatrica (2-3) sugli effetti che la supplementazione di vitamina D in gravidanza potrebbe avere sulle condizioni di salute dei piccoli nati da madri con deficit vitaminico D.
 
Vitamina D e Sclerosi multipla: associazione inversa consolidata in età adulta ma controversa in gestazione
E’ noto da tempo come, in letteratura, esistano numerose documentazioni a favore dell’esistenza di una correlazione inversa tra i livelli di vitamina D e la riduzione del rischio si SM.
 
“Tuttavia – ricordano gli autori nell’introduzione al lavoro – alcuni studi, ma non tutti, hanno suggerito, invece, come l’esposizione alla vitamina D a livello uterino possa, invece, rappresentare un fattore di rischio di insorgenza successiva di SM nel nascituro”.
 
La presenza di dati discordanti sull’associazione tra livelli adeguati materni di vitamina D in gravidanza e il rischio di SM nei neonati ha sollecitato la messa a punto di questo studio caso-controllo prospettivo. Lo studio, effettuato nel 2011, ha identificato 193 individui con diagnosi posta di SM prima della fine del 2009, le cui madri erano state reclutate nel Finnish Maternity Cohort e di cui erano disponibili i prelievi ematici raccolti durante la gravidanza, insieme e quelli dei neonati da loro partoriti.
 
I ricercatori hanno incrociato, in questo modo, 176 casi (persone affette da SM) con 326 controlli in base alla regione di nascita all’interno del territorio finlandese, alla data di raccolta del campione di sangue materno, alla data di nascita della madre e a quella del neonato.
 
Outcome principali dello studio erano rappresentati dal rischio di SM nella progenie e dall’associazione con i livelli materni di 25(OH)D. Per la determinazione del rischio relativo di insorgenza di SM in base ai livelli materni di 25(OH)D sono stati utilizzati dei modelli matematici di regressione logistica, corretti in base al sesso del nascituto, al periodo della gestazione in corrispondenza del prelievo ematico e alla stagione di raccolta dei campioni.
 
Risultati principali dello studio
Su 193 casi iniziali, 163 erano di sesso femminile (218 su 331 controlli). Il 70% dei prelievi ematici è stato effettuato nel corso del primo trimestre di gravidanza.
 
I risultati dello studio hanno documentato la presenza di livelli medi materni di vitamina D considerati insufficienti, anche se superiori nel gruppo di controllo rispetto al gruppo “casi” (15.02 ng/mL vs 13,86 ng/mL).
 
La condizione di deficit vitaminico materno D [25(OH)D] durante il primo trimestre di gravidanza è risultata associata con un rischio pressochè raddoppiato di SM nel nascituro (RR= 1,90; IC95%= 1,20-3,01; p=0,006) rispetto alle donne con livelli non deficitari di 25(OH)D.
I ricercatori non hanno documentato, invece, l’esistenza di un’associazione statisticamente significativa tra il rischio di SM e l’incremento dei livelli sierici di 25(OH)D (p=0,12).
 
Implicazioni dello studio
Lo studio suggerisce un ruolo della vitamina D prenatale nel determinare l’innalzamento del rischio di SM e ipotizza come la correzione del deficit vitaminico in gravidanza potrebbe effettivamente ridurre il rischio si SM nella progenie.
 
Nel commentare i risultati, gli autori della pubblicazione hanno sottolineato che “… mentre il range dei livelli materni di 25(OH)D oscilla, in media, dalla condizione di deficit a quella di sufficienza, la maggior parte delle donne incluse nello studio versava in condizioni di deficit o insufficienza vitaminica (<20,03 ng/mL) e solo 10 donne presentavano livelli vitaminici >30,05 ng/mL. Di queste 10 donne, inoltre, solo una mostrava livelli di 25(OH)D >40,06 ng/mL.
 
“Pertanto – concludono gli autori – mentre lo studio suggerisce come il deficit di vitamina D in gravidanza aumenti il rischio di SM nella progenie, d’altro canto non fornisce alcuna informazione sull’esistenza di una relazione dose-risposta all’aumentare dei livelli di sufficienza di 25(OH)D. Di qui la necessità di condurre studi simili in popolazioni con distribuzione dei livelli di 25(OH)D più ampia per verificare il trend osservato”.
 
Bibliografia
1. Munger KL et al. Vitamin D Status During Pregnancy and Risk of Multiple Sclerosis in Offspring ofWomen in the Finnish Maternity Cohort. JAMA Neurol. doi:10.1001/jamaneurol.2015.4800 Published online March 7, 2016.
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