Pubblicato mercoledì 13 novembre 2019
Vitamina D in inverno: alcuni accorgimenti permettono di affrontarlo senza carenze di questo nutriente, prezioso per la salute. Il problema è che, come noto, la sua principale fonte è l’esposizione solare, un problema nei mesi più rigidi.
I limiti della stagione fredda
La stagione fredda è alle porte e con essa uno dei periodi più “bui” per la vitamina D: le lunghe giornate assolate di primavera ed estate sono oramai un lontano ricordo e le scorte di questo nutriente sono state in buona parte consumate durante l’autunno. La carenza di vitamina D, o vitamina del sole, diventa dunque, in inverno, un problema comune. Ecco che così vengono meno gli effetti benefici che la sua presenza offre al nostro corpo, da quelli sul metabolismo del calcio, e quindi sulla salute delle ossa, a quelli sul sistema immunitario, su quello cardiovascolare, e così via.
Suggerimenti pratici
Ecco alcuni consigli per non farsi cogliere impreparati durante l’inverno e per non perdere i preziosi vantaggi offerti al nostro corpo dalla vitamina D.
La strategia principale è quella di non farsi intimorire dal freddo, ma di uscire all’aria aperta, esponendosi alla luce solare per almeno 10-20 minuti al giorno (di più nelle giornate nuvolose). Il momento migliore è attorno a mezzogiorno, nelle ore più calde. Una passeggiata presenta poi anche altri vantaggi, legati al movimento, inoltre, se fatta prima del pasto, favorisce l’appetito, mentre subito dopo aiuta la digestione. Esporre al sole più parti del corpo possibili: almeno viso, collo, mani e braccia. Attenzione, “barare” non premia: esporsi al sole da dietro il vetro di una finestra non permette ai raggi UV di passare, quindi sarà inefficace per produrre vitamina D. Un problema da tenere presente, inoltre, è quello legato alle zone dove si vive: nelle grandi metropoli l’inquinamento filtra i raggi, quindi la pelle produce meno vitamina D, al contrario in montagna il sole è più intenso, e l’effetto di sintesi della vitamina del sole verrà potenziato.
Bisogna poi essere consapevoli che l’età gioca a sfavore: la cute, con il passare degli anni, impiega più tempo per produrre la vitamina D.
Infine, meglio evitare le sigarette: l’azione del sole sulla pelle può essere ostacolata anche dalla cattiva abitudine di fumare.
Ci sono inoltre alcuni alimenti che possono aiutare, come salmone (preferibilmente non da allevamento), aringhe, sardine e tuorli d’uovo.
Qualora le analisi del sangue invece indicassero una carenza di questo nutriente, nonostante le precauzioni prese, il medico potrebbe consigliare la sua supplementazione.