Pubblicato domenica 24 marzo 2019
L’adozione di misure di supplementazione vitaminica D a basso dosaggio in gravidanza potrebbe avere ripercussioni positivi sulla salute ossa del nascituro. E’ quanto sembra dimostrare uno studio iraniano di recente pubblicazione sulla rivista Bone.
Razionale e disegno dello studio
Che la vitamina D sia importante per alcuni processi legati allo sviluppo, quali la differenziazione e la maturazione cellulare, con correlazioni significative sullo sviluppo di alcune patologie su base immuno-mediata, come tiroidite, cancro e malattie CV in tarda età, è cosa risaputa in letteratura da tempo, ricordano i ricercatori nell’introduzione al lavoro.
In gravidanza, in particolare, la vitamina D gioca un ruolo principale nello sviluppo del sistema muscolo-scheletrico.
Dato che le donne in gravidanza sono a rischio maggiore di andare incontro a deficit vitaminico D, i ricercatori hanno deciso di valutare l’impatto di una precoce supplementazione vitaminica sullo sviluppo osseo del nascituro.
I ricercatori hanno randomizzato 68 donne di età compresa tra i 20 e i 35 anni, in gestazione da poco tempo, a supplementazione giornaliera con 1.000 UI di vitamina D e 62 donne a trattamento con placebo. L’intervento di supplementazione ha avuto inizio due settimane dopo l’assenza di mestruazioni ed è continuato fino ad un esame ecografico di controllo, previsto alla 34esima settimana di gestazione.
Risultati principali
L’intervento di supplementazione vitaminica è risultato associato ad una lunghezza significativamente maggiore del femore fetale (rilevata all’ecografia nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza) rispetto al placebo, come pure ad un incremento della crescita delle sezioni metafisarie prossimali, centrali e distali a livello del femore e dell’omero.
Mentre non sono state documentate differenze significative tra gruppi in termini di lunghezza vertice-sacro (CRL) – ovvero della lunghezza del feto dal vertice del cranio all’osso sacro, valutata al primo trimestre per datare con esattezza la gravidanza – come pure in termini di lunghezza del femore (FL) nel corso del primo trimestre di gravidanza, le misure di FL sono risultate significativamente differenti nel secondo trimestre (28,87 ± 2,14 vs. 26,89 ± 2,08; p ≤0,001) e nel terzo trimestre di gravidanza (65,31 ± 2,17 vs. 62,85 ± 1,94; p ≤0,001).
Sono risultate significativamente differenti tra i 2 gruppi le misure del diametro metafisario prossimale (PMD), medio (MSD) e distale (DMD) (p<0,05 per tutti).
Inoltre, sono state documentate differenze significative tra gruppi in termini di lunghezza dell'omero nel secondo trimestre (28,62 ± 1,94 vs. 27,23 ± 2,08; p ≤0.001) e nel terzo trimestre di gravidanza (61,29 ± 2,84 vs. 59,85 ± 1,79; p ≤0,001).
Riassumendo
In conclusione, lo studio ha dimostrato come il ricorso precoce ad una supplementazione con vitamina D a basso dosaggio (1.000 UI/die), a partire dalle prime fasi della gravidanza, potrebbe non avere un impatto su CRL e FL nel corso del primo trimestre di gravidanza, mentre sarebbe in grado di migliorare le misure di lunghezza e diametro del femore e dell’omero nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza.
Dal momento che la prevalenza della condizione di deficit vitaminico D è più elevata nelle gestanti, i dati suggeriscono il ricorso all’intervento di supplementazione vitaminica per migliorare la robustezza delle ossa fetali.
Sono ora necessari nuovi studi che approfondiscano gli effetti della supplementazione vitaminica D sulla crescita delle ossa fetali in parti differenti del globo.
Bibliografia
Vafaei H et al. Positive effect of low dose vitamin D supplementation on growth of fetal
bones: A randomized prospective study. Bone 122 (2019) 136–142
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