Pubblicato martedì 07 agosto 2018
E’ il grasso corporeo, non il peso, a correlare, in modo statisticamente significativo (ma solo nel sesso maschile) con la riduzione dei livelli ematici di vitamina D; nelle donne, invece, la correlazione tra grasso corporeo e riduzione dei livelli di vitamina D, per quanto confermata, non è statisticamente significativa. Sono questi i risultati di uno studio di recente pubblicazione su Nutrients, che suggeriscono come la massa grassa rappresenti un determinante significativo delle concentrazioni sieriche di 25(OH)D, indipendentemente dal peso corporeo.
Il punto di partenza dello studio: perchè valutare la quantità di grasso corporeo?
Le situazioni di deficit vitaminico D, come è noto, sono associate a varie malattie croniche, come il diabete tipo 2, le malattie cardiovascolari, alcune neoplasia e condizioni patologiche associate a depauperamento osseo. Pertanto, la comprensione dei fattori che influenzano lo stato vitaminico D rappresenta un fattore critico per lo sviluppo di strategie opportune al contenimento delle patologie sopra indicate.
“Quando si va a definire la condizione di vitamina D – ricordano gli autori nell’introduzione allo studio – si tende ad utilizzare i livelli di 25(OH)D come marker “gold standard” per la determinazione dello status vitaminico D. D’altro canto, però, è noto anche come le concentrazioni sieriche di 25(OH)D possano essere soggette a fluttuazioni in base alla stagione, al tipo di pelle, all’etnia, al tempo totale trascorso all’aperto, nonché un in base all’assunzione di vitamina D con la dieta o ad interventi di supplementazione”.
Dal momento che la vitamina D è una vitamina che tende a sciogliersi nel grasso (liposolubile), il suo status all’interno di un individuo può essere influenzato dall’estensione di grasso corporeo (che provvede ad immagazzinarla, sequestrandola dalla circolazione sanguigna).
In letteratura esistono già alcuni studi che hanno documentato l’esistenza di un’associazione tra la riduzione dei livelli sierici di vitamina D e la maggior estensione del grasso corporeo, come pure studi che hanno dimostrato, sia nell’adulto che nel bambino, l’esistenza di un’associazione tra la condizione di insufficienza vitaminica D e un incremento del grasso corporeo.
La domanda che si sono posti i ricercatori, allora, è stata: è meglio utilizzare il peso corporeo o la quantità di massa grassa come strumento per predire la riduzione di concentrazione di vitamina D circolante?
Obiettivo del nuovo studio, pertanto, è stato quello di determinare l’associazione tra le concentrazioni nel sangue di 25(OH)D con il peso corporeo e le sottocategorie di peso corporeo, definite in base alla quantità di massa grassa, in un ampio studio di popolazione.
Lo studio: disegno e risultati principali
Utilizzando i dati del KNHANES (The Korean National Health and Nutrition Examination Survey), uno studio effettuato periodicamente in Corea del Sud a partire dal 1998 per recensire lo stato di salute, quello nutrizionale e sociodemografico del paese asiatico, i ricercatori hanno concentrato la loro attenzione su un set di dati relativo a 6.458 individui (3.164 di sesso maschile e 3.294 di sesso femminile) di età uguale o superiore a 50 anni, di cui erano noti i livelli di vitamina D circolante nel sangue.
I ricercatori hanno messo a confronto i dati relativi alle concentrazioni di 25(OH)D nel sangue nei soggetti di sesso maschile e di sesso femminile in base ai terzili di peso corporeo e massa grassa corporea, misurata mediante DEXA, all’interno di terzili di peso corporeo specifici per genere di appartenenza.
Analizzando i risultati principali, è emerso, dopo aggiustamento dei dati in base all’età e all’altezza, che le concentrazioni ematiche di vitamina D sono correlate inversamente con il peso corporeo in entrambi i sessi, anche se in modo non statisticamente significativo.
Invece, dopo stratificazione dei partecipanti allo studio per terzili di peso corporeo, è emerso che le concentrazioni di 25(OH)D si riducevano progressivamente all’aumentare del contenuto di massa grassa (e indipendentemente dal terzile di peso corporeo considerato) negli individui di sesso maschile. Lo stesso trend è stato confermato anche negli individui di sesso femminile, pur risultando, questa volta, non statisticamente significativo.
Riassumendo
Lo studio dimostra che il peso corporeo è un debole fattore determinante di concentrazione ematica di vitamina D in soggetti ultra50enni di entrambi i sessi.
Per contro, livelli più elevati di grasso corporeo, indipendentemente dal peso, rappresentano un indicatore di ridotte concentrazioni sieriche di 25(OH)D – significativo nel sesso maschile, meno in quello femminile.
Pertanto, i risultati di questo studio indicano come la massa grassa corporea rappresenti un determinante significativo delle concentrazioni circolanti di vitamina D, indipendentemente dal peso corporeo.
Bibliografia
Yeum K-J et al. Fat Mass Is Associated with Serum 25-Hydroxyvitamin D Concentration Regardless of Body Size in Men. Nutrients 2018, 10, 850; doi:10.3390/nu10070850