Gastrite atrofica cronica autoimmune associata a livelli ridotti di vitamina D circolante



Il riscontro della condizione di deficit vitaminico D è più frequente in pazienti affetti da gastrite atrofica cronica autoimmune (CAAG) rispetto alla popolazione generale e correla con il gradi di atrofia gastrica. Queste le conclusioni di uno studio pubblicato su BMC Gastroenterology che, se confermate, potrebbero aprire la strada ad un possibile intervento di supplementazione vitaminica in questi pazienti, previa valutazione di efficacia in trial clinici di intervento.
 
Razionale e disegno dello studio
La CAAG è una condizione clinica ad eziologia autoimmunitaria caratterizzata da ipo/acloridia.
 
Alcuni studi hanno suggerito una incidenza più elevata di osteopenia e di osteoporosi in presenza di condizioni determinanti l’insorgenza di ipocloridria gastrica, come l’impiego degli inibitori di pompa protonica e la presenza di CAAG.
 
“Due studi recenti – scrivono i ricercatori nell’introduzione al lavoro, hanno riportato l’esistenza di un’associazione tra la CAAG e il deficit vitaminico D e postulato un ruolo della condizione di deficit vitaminico D nell’incremento osservato della prevalenza di osteopenia/osteoporosi in questi pazienti”.
 
“Pertanto – aggiungono – non si può escludere, per quanto appena detto, un possibile ruolo della CAAG nel determinare una condizione di deficit vitaminico D, anche se ad oggi non vi sono studi che abbiano valutato la rilevanza del deficit di vitamina D in questa tipologia di pazienti”.
 
Di qui il nuovo studio, che si è proposto di determinare, in modo prospettico, la prevalenza della condizione di deficit di 25(OH)D in una coorte di pazienti con CAAG.
Tra gli obiettivi secondari che si sono proposti gli autori dello studio vi sono stati anche quello di valutare la possibile relazione tra i livelli di 25(OH)D e i referti istologici come pure tra la 25(OH)D e la vitamina B12 (i cui livelli sono ridotti dalla CAAG).
 
La valutazione degli outcome sopra citati è stata effettuata su 87 pazienti con CAAG (71 di sesso femminile), aventi un’ età media di 63,5 ± 12,8 anni) e seguiti per 3,5 anni (da gennaio 2012 a luglio 2015). Per tutti i pazienti dello studio sono state condotte rilevazioni dei livelli di 25(OH)D, di vitamina B12, di PTH e di calcio e i risultati ottenuti sono stati messi a confronto con quelli ottenuti in un gruppo di controllo costituito da 1.232 soggetti sani.
 
Risultati principali
E’ stato osservato che i livelli medi di 25(OH)D erano significativamente ridotti nel gruppo di pazienti con CAAG rispetto ai controlli (18,8 vs. 27,0 ng/ml, p < 0,0001). Nello specifico, livelli di 25(OH)D Non solo: è stata documentata l’esistenza di una correlazione significativa tra i valori di vitamina B12 alla diagnosi di CAAG e i livelli di 25(OH)D (r=0,25; p=0,01).
 
Da ultimo, i pazienti con CAAG con atrofia gastrica di grado moderato/severo hanno mostrato livelli di 25(OH)D più bassi rispetto a quelli con atrofia lieve (11,8 vs. 20 ng/ml; p = 0,0047).
I livelli di 25(OH)D, inoltre, sono risultati significativamente più bassi nei pazienti con CAAG e presenza di carcinoide gastrico rispetto a quelli senza carcinoide (11,8 vs. 19,8 ng/ml; p = 0,0041).
 
Riassumendo
Nel commentare i risultati, gli autori dello studio hanno sottolineato come il loro “…sia stato il primo lavoro ad aver documentato valori significativamente ridotti di 25(OH)D in pazienti con CAAG ed atrofia gastrica moderata-severa rispetto a quelli con atrofia lieve (p=0,0047)”.
 
“Tale risultato – spiegano – suggerisce l’esistenza di un’associazione causa-effetto tra il grado di atrofia mucosale e i livelli di 25(OH)D. E’ probabile che ciò dipenda dal fatto che, nei pazienti con atrofia lieve, la produzione residua di acido gastrico sarebbe in grado di preservare un tasso di assorbimento sufficiente della vitamina D”.
 
Lo studio ha documentato anche l’esistenza di livelli significativamente ridotti di 25(OH)D nei pazienti con neoplasie neuroendocrine gastriche (NEN) rispetto a quelli non affetti da queste neoplasie.
 
“Il meccanismo patogenetico alla base dell’associazione osservata non è stato ancora spiegato in modo esaustivo – rimarcano i ricercatori . Tuttavia è noto che la vitamina D è coinvolta, a vario titolo, nei processi di crescita cellulare, apoptosi, differenziazione, adesione cellulare, regolazione del sistema immunitario, angiogenesi e metastasi dei tessuti epiteliali”.
 
“Dunque – aggiungono – non si può escludere un possibile ruolo della condizione di deficit vitaminico D nello sviluppo di queste neoplasie”.
Da ultimo, è già stato ricordato come una riduzione della dissoluzione dei sali di calcio e dell’assorbimento in condizioni non acide rappresenti il meccanismo patologico chiave per le alterazioni del tessuto osseo documentate nei pazienti con acloridia.
 
A tal riguardo “…l’assorbimento attivo transcellulare di calcio ionizzato nel duodeno e nel piccolo intestino rappresenta il pathway fisiologico più importante per l’assorbimento di calcio – ricordano i ricercatori – e dipende in modo preponderante dalla vitamina D”.
“Pertanto – aggiungono – sembra possibile che il deficit vitaminico D osservato nei pazienti con CAAG renda conto anche del cattivo assorbimento di calcio e delle alterazioni dei processi di mineralizzazione ossei”.
 
Sono necessari, pertanto, nuovi studi, di dimensioni più appropriate, in grado di valutare la rilevanza della condizione di deficit vitaminico D sull’insorgenza di osteopenia e di osteoporosi in questi pazienti.
 
Bibliografia
Massironi S et al. Relevance of vitamin D deficiency in patients with chronic autoimmune
atrophic gastritis: a prospective study. BMC Gastroenterol. 2018 Nov 8;18(1):172. doi:10.1186/s12876-018-0901-0.
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