Pubblicato domenica 17 marzo 2019
Una equipe di ricercatori irlandesi ha dimostrato, per la prima volta al mondo, la possibilità di misurare con successo i livelli circolanti di vitamina D nell’organismo umano grazie ai capelli. Lo studio, pubblicato su Nutrients, apre alla possibilità di rendere possibile il miglioramento della diagnosi di deficit di questa vitamina.
Razionale e obiettivi dello studio
Ad oggi, la via migliore per valutare i livelli di vitamina D in circolo si basa su un test ematico, ricordano i ricercatori nell’introduzione al lavoro.
“Tuttavia – continuano – il ricorso a questo test è invasivo, richiede expertise e un training accurato, insieme al rispetto di alcune condizioni igieniche e di opportuni strumenti di analisi. Inoltre, il test potrebbe risultate doloroso per il paziente”.
Non solo: va anche tenuto presente un limite intrinseco di questo test, che fotografa lo status vitaminico D al tempo del prelievo ematico, senza tener conto delle normali fluttuazioni stagionali della vitamina D in circolo, per cui uno stesso individuo può presentare livelli sufficienti di vitamina D in estate, mentre può esserne carente d’inverno.
La forma biologicamente attiva della vitamina D è considerata un ormone steroideo, in ragione della sua capacità di legare ed attivare il recettore nucleare della vitamina D.
I test tricologici sono disponibili da alcuni anni in medicina in Medicina forense e per l’analisi degli steroidi. Rispetto ai test ematici, ha il vantaggio che il campione tricologico è di facile conservazione e trasporto, è molto stabile per lunghi periodi di tempo, anche senza ricorrere alla refrigerazione, e consente una valutazione longitudinale e non puntuale del marker biologico scelto per l’analisi.
Fino ad ora, non era mai stato utilizzato questo approccio per misurare i livelli di vitamina D nell’organismo. Di qui il nuovo studio, che si è proposto di valutare la fattibilità dell’estrazione e misurazione dei livelli di vitamina D a livello dei capelli.
Disegno e risultati principali
I ricercatori hanno utilizzato campioni dei loro capelli e della barba. Questi sono stati tagliati in frazioni della lunghezza di 1 cm, sono stati pesati, lavati ed essiccati. Successivamente, si è proceduto all’estrazione di vitamina D attiva mediante una procedura di estrazione di ormoni steroidei standardizzata. Al contempo, i ricercatori hanno proceduto ad estrarre campioni del loro sangue, successivamente sottoposti ad esame di cromatografia liquida – spettrometria di massa.
Dall’analisi del campione tricologico, è emersa la presenza di livelli quantificabili di 25(OH)D3, con concentrazioni comprese tra 11,9-911 pg/mg. Il campione di barba, invece, aveva una concentrazione di 231 pg/mg. I livelli sierici di 25(OH)D3 oscillavano, invece, tra 72 e 78 nmol/l.
Implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati i ricercatori hanno affermato che “…il loro studio rappresenta il primo passo per lo sviluppo di un nuovo test per la misurazione dei livelli di vitamina D nel tempo. L’idea alla base di questo assunto è che la vitamina D si deposita in modo continuativo sul capello mentre questo cresce”.
“La conoscenza dello status vitaminico D di un individuo nel lungo termine mediante test tricologico – continuano i ricercatori – potrebbe rendere possibile l’implementazione di migliori strategie per mentenere concentrazioni stabili ed adeguate di vitamina D in un periodo esteso”.
Ciò detto, i ricercatori hanno anche invitato a considerare con cautela i dati ottenuti: sono necessari studi ad hoc che siano in grado di determinare il legame temporale esistente tra le concentrazioni ematiche di vitamina D e quelle nei capelli.
“E’ anche necessario – concludono – studiare i diversi fattori che potrebbero influenzare i livelli di vitamina D nei capelli – ad esempio colore e consistenza, o impiego di prodotti per uso tricologico”.
Bibliografia
Zgaga L et al. 25-Hydroxyvitamin D Measurement in Human Hair: Results from a Proof-of-Concept study. Nutrients 2019, 11(2), 423; https://doi.org/10.3390/nu11020423
Leggi