Bassi livelli di vitamina D possono innalzare il rischio di leucemia



Molti casi di leucemia in diverse parti del globo potrebbero essere ascritti ad un deficit di vitamina D causato da una ridotta esposizione alla luce solare. Queste le conclusioni di uno studio USA di recente pubblicazione online sulla rivista PLOS One.

Con il termine leucemia si indica un insieme di neoplasie delle cellule del sangue causate da una proliferazione incontrollata delle cellule staminali che risiedono nel midollo osseo.

Mentre ancora oggi permangono incertezze sulle cause di queste patologie neoplastiche, si stanno accumulando sempre più dati relativi al ruolo di alcuni fattori generici ed ambientali responsabili della loro insorgenza.

Alcuni studi, per esempio, hanno mostrato come un metabolita della vitamina D, il 25(OH)D, interagisca con cellule responsabili della leucemia acuta mieloide (AML) e come bassi livelli della vitamina siano frequentemente riscontrati nei pazienti affetti da AML.
Come è noto, il fabbisogno umano di vitamina D è assicurato per il 20% dall’assunzione di alcuni alimenti e per l’80% in ragione dell’esposizione solare che ne stimola la sintesi cutanea.

Obiettivo degli autori di questo studio è stato quello di verificare se una ridotta esposizione solare e la presenza di livelli ridotti di vitamina D fossero in grado potessero essere associati ad un incremento del rischio di leucemico.

A tal riguardo, i ricercatori hanno fatto ricorso ai dati di incidenza delle leucemia, standardizzati in base all’età, provenienti dal database GLOBOCAN 2008 dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro e relativi a in 172 paesi del globo.

Questi sono stati incrociati con i dati relativi all’irradiazione solare nei singoli paesi considerati.
Una novità introdotta nello studio per la valutazione dell’esposizione ai raggi UVB è venuta dalla raccolta dati del progetto NASA “International Satellite Cloud Climatology Project” che permette la correzione del dato in base alla percentuale di copertura nuvolosa, spesso impenetrabile all’irradiazione solare se particolarmente elevata.

I risultati dello studio hanno mostrato che nelle popolazioni residenti in paesi vicini ai Poli, come glu USA, l’Australia, la Nuova Zelanda, il Canada e l’Irlanda, il tasso di incidenza di leucemie è almeno il doppio di quello rilevato nelle popolazioni residenti in paesi vicini all’Equatore, come la Nigeria, la Bolivia, le isole Samoa e il Madagascar.
Non solo: le associazioni sopra-menzionate si sono mantenute anche dopo standardizzazione dei dati in base all’aspettativa di vita legata al sesso e all’altitudine.

Nel commentare i risultati, gli autori dello studio spiegano che gli individui residenti lontano dall’Equatore sono esposti ad un’irradiazione solare che ha percorso un tragitto più lungo nell’atmosfera terrestre e che ciò riduce l’entità di radiazione UVB che raggiunge la pelle.
Pertanto, aggiungono gli autori, è plusibile che una quota significativa dell’incidenza di leucemia nelle varie parti del globo sia da ascrivere alla presenza di bassi livelli di vitamina D sintetizzati a seguito della ridotta esposizione ai raggi UVB.

“La sintesi cutanea rende conto di larga parte delle concentrazioni rilevabili nel sangue di 25(OH)D – spiegano gli autori. – Come risultato, l’associazione inversa esistente tra l’esposizione agli UVB solari, corretta in base alla copertura nuvolosa, e i tassi di incidenza di leucemia è mediata probabilmente dai livelli circolanti di 25(OH)D, che sono altamente dipendenti dall’irradiazione solare UVB”

Pur elencando alcuni punti di forza dello studio, quali l’inclusione di migliaia di casi di leucemia provenienti da centinaia di pazienti e la concordanza dei risultati con quelli provenienti da altri studi, i ricercatori non hanno potuto nascondere l’esistenza di alcuni limiti metodologici.
Il più importante di questi è consistito nell’impossibilità di controllare altri fattori che potrebbero alimentare l’insorgenza di differenze nel rischio leucemico tra i vari paesi considerati.

Ciò nonostante, e in attesa di conferme provenienti da nuovi studi, i dati disponibili “…suggeriscono come la presenza di livelli aumentati di irradiazione UVB e di vitamina D possa aiutare a prevenire l’insorgenza di leucemia – concludono gli autori”.

Bibliografia
Cuomo RE et al. Low Cloud Cover-Adjusted Ultraviolet B Irradiance Is Associated with High Incidence Rates of Leukemia: Study of 172 Countries. PLoS ONE 10 (12): e0144308. doi:10.1371/journal.pone.0144308
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