Pubblicato giovedì 12 settembre 2019
La vitamina D, in Italia, è da tempo un “sorvegliato speciale” Nel nostro paese, infatti, le sue prescrizioni sono oggetto di una discussione articolata e spesso complicata. Se, da un lato, l’assunzione di tale vitamina in concomitanza alle terapie anti-riassorbitive risulta fondamentale per la riduzione del rischio di frattura nei pazienti osteoporotici, sempre più frequenti in una popolazione anziana come quella italiana, dall’altro, il suo utilizzo si scontra con la necessità di una valutazione in termini di costo-beneficio finalizzata a modulare la spesa sanitaria ad esso collegata.
Per rispondere a queste domande, si dovrebbe trovare quindi il punto di equilibrio tra le raccomandazioni della scienza, che lavora da tempo alla definizione di linee guida univoche basate sull’evidenza e le scelte di una politica sanitaria che punta a salvaguardare la sostenibilità del SSN italiano.
E’ in questo scenario che parte oggi la 3° “International Conference on Controversies in Vitamin D”, organizzata sotto l’egida della società scientifica Gioseg, che ospiterà oltre 30 tra i massimi esperti mondiali di Vitamina D, per una tre giorni scientifica di altissimo livello.
La conferenza, farà il punto sulla diffusione della ipovitaminosi D nel mondo e adotterà come filo conduttore l’appropriatezza prescrittiva per approfondire gli aspetti farmaco-economici, quelli legati alla prescrizione nelle diverse fasi della crescita e i rapporti della Vitamina D con altre patologie come diabete di Tipo I, Malattia renale cronica e infezioni.
“La vitamina D – spiega il Prof. Andrea Giustina, Professore Ordinario di Endocrinologia all’Università San Raffaele di Milano e coordinatore scientifico della Consensus – è presente nel nostro organismo principalmente grazie al processo di sintesi cutanea che avviene esponendo la nostra pelle ai raggi del sole. Solo in piccola percentuale essa viene introdotta con l’alimentazione, contenendone i cibi quantità molto ridotte. La funzione della Vitamina D è altamente strategica perché, di fatto, regola il metabolismo delle ossa, mantenendo alta la loro mineralizzazione.
Se l’Italia è il paese del sole, non è però quello della Vitamina D. Secondo gli ultimi dati disponibili, infatti, l’ipovitaminosi arriva a colpire circa il 80% della popolazione. Le soluzioni per limitare questo problema sono molteplici e prevedono sia interventi farmacologi veri e propri, quali la terapia di supplementazione della Vitamina D, sia l’adozione di piccole accortezze nello stile di vita quotidiano. Per la maggioranza delle persone infatti, una dieta equilibrata e 20 minuti al giorno trascorsi all’aria aperta, con avambracci e gambe scoperti, sarebbero sufficienti a garantire il fabbisogno giornaliero di Vitamina D.”
Osteoporosi Italia: 600 mila fratture all’anno con un costo stimato per il Servizio Sanitario Nazionale di 9,4 miliardi di Euro. L’osteoporosi indebolisce la densità e la qualità del tessuto osseo, aumentando esponenzialmente al rischio di fratture coloro che ne soffrono. In Italia sono 5 milioni le persone che soffrono di osteoporosi, in maggioranza donne in post-menopausa, mentre sono circa 18 mila all’anno quelli che diventano disabili a causa di una frattura del femore. La complicanza più temibile dell’osteoporosi sono infatti le fratture, che sono soprattutto a carico di: femore, colonna vertebrale, polso e omero. I dati riportano come il 28% delle donne e il 37% degli uomini ricoverati per frattura di femore da osteoporosi muoiano entro un anno dalla frattura.
L’onere associato alle fratture da fragilità ossea in Italia supera quello della broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco). Secondo i dati che saranno presentati dal Dott. Luca degli Esposti, Clicon Health, Economics & Outcome Research, nell’intervento “Vitamin D Therapy: a pharmaeconomic approch” il focus è soprattutto relativo alla prevenzione secondaria nei pazienti con osteoporosi che hanno già subito una frattura.
In questa specifica categoria, infatti, è stato possibile analizzare come su 100 pazienti con osteoporosi in trattamento con farmaci, solo 60 seguano correttamente la terapia di supplementazione con Vitamina D come da indicazioni della Nota79, il documento definito da AIFA che in Italia indica criteri e farmaci per la terapia dell’osteoporosi rimborsati dal SSN.
I dati dello studio Clicon dimostrano come i pazienti che eseguono correttamente le terapie e la supplementazione con Vitamina D abbiano in primo luogo una consistente riduzione del rischio di incorrere in un’altra frattura e portino al SSN un decremento di spesa complessiva (es. farmaci, ricoveri ospedalieri) misurato in circa 1.500 Euro all’anno.
Tra gli argomenti in discussione durante la conferenza si segnalano le sessioni: “Vitamin D in physiological and pathological development” in cui si affronterà l’importante tema dello stato vitaminico D nelle diverse fasi della crescita, “Vitamin D and autoimmunity” che tratterà il rapporto tra livelli di Vitamina D e rischio di sviluppare malattie autoimmuni quali il Diabete Tipo I, “Vitamin D and infection” in cui si discuterà degli effetti che la supplementazione vitaminica D sembra determinare sulla prevenzione delle infezioni e l’intervento sulla malattia renale cronica: “Role of Vitamin D in renal failure” a cura del Professor Sandro Giannini, Università di Padova.
La conclusione dell’incontro vedrà gli esperti analizzare e valutare i controversi risultati degli ultimi mega trials internazionali che hanno valutato gli effetti della supplementazione con Vitamina D su diversi outcomes, per definire un consenso su quali sono le aree di studio ed i modelli di ricerca necessari per definire nuovi e più affidabili approcci.
“La terza edizione dell’International Conference on Controversies in Vitamin D – conclude il Prof. Giustina – conferma come questo appuntamento, grazie alla presenza continua nel tempo, dei principali esperti al mondo di Vitamina D, sia diventato di fatto un gruppo di lavoro strutturato e riconosciuto, tale da costituire il motore del dibattito scientifico nazionale ed internazionale legato alla ricerca ed al trattamento della Vitamina D. L’idea di fondo è che grazie alla definizione ed alla continua pubblicazione di paper scientifici di alto livello, in grado di chiarire progressivamente le aree grigie di questo settore, si riesca ad arrivare, in tempi ragionevoli, alla formulazione di nuove linee guida condivise sui trattamenti relativi all’assimilazione della Vitamina D.”