Vitamina D in oncologia: qual è la prevalenza della condizione di deficit vitaminico e i suoi predittori?



La vitamina D è, notoriamente, un pro-ormone vitale per il bilancio calcio-fosfato e la struttura ossea. La carenza di questa vitamina, rappresenta un problema di notevole rilevanza clinica a livello globale.
 
Ciò premesso, fino ad oggi, non vi è traccia di protocolli standardizzati per lo screening di questa vitamina nei pazienti ammalati di cancro.
 
A questo bisogno insoddisfatto ha cercato di rispondere uno studio, di recente pubblicazione su Currente Problems in Cancer, che si è proposto di definire la prevalenza della condizione di deficit vitaminico D e di identificare i predittori di questa condizione al fine di focalizzare l’attenzione su uno specifico gruppo di pazienti da sottoporre a screening vitaminico.
 
Vitamina D e cancro: perché è importante conoscere i livelli di vitamina D in questi pazienti?
La prevalenza della condizione di deficit vitaminico D è stata stimata entro un range compreso tra il 14% e il 92%, ricordano gli autori dello studio nell’introduzione al lavoro. Alcuni studio hanno valutato l’impatto clinico della carenza vitaminica D come fattore di rischio oncologico e le sue conseguenze nei pazienti oncologici.
 
“E’ stato osservato, per esempio – argomentano i ricercatori – che il deficit vitaminico D è associato a molteplici forme tumorali, dal tumore alla prostata al mieloma multiplo, dal carcinoma colo-rettale a quello mammario. Non solo: livelli più elevati di 25(OH)D sono risultati associati con un incremento della sopravvivenza in pazienti con carcinoma mammario, colorettale e della prostata come in quelli affetti da melanoma”.
 
“Tuttavia – continuano – gli studi che hanno valutato gli effetti clinici della vitamina D in pazienti oncologici hanno dato risultati contrastanti, al punto che le linee guida attuali non hanno ben definito ancora chi debba essere sottoposto a screening per la vitamina D e ad eventuali interventi di supplementazione vitaminica”.
 
Lo studio: disegno e risultati principali
Su questi presupposti è stato implementato il nuovo studio caso-controllo retrospettivo, che ha preso in considerazione pazienti dimessi con diagnosi oncologica effettuata tra la fine del 2016 e la tarda primavera del 2018 in due centri specialistici, valutando le proprietà cliniche e i livelli di 25(OH)D.
 
Sono stati utilizzati modelli di regressione logistica per calcolare gli odd ratio relativi all’associazione tra il deficit vitaminico D e alcuni parametri clinici.
 
Analizzando i dati relativi a 706 pazienti con diagnosi di cancro, è stato osservato che i livelli mediani di 25(OH)D erano chiaramente insoddisfacenti (12,2 ng/ml) e la condizione di deficit vitaminico era presente in quasi 3 pazienti su 4 (n=509; 72%).
 
L’analisi multivariata dei fattori associati con la condizione di deficit vitaminico D ha mostrato che l’appartenenza al sesso femminile (OR: 1,5; [IC95%: 1,05- 2,4], P = 0,026), una ridotta esposizione alla luce solare (OR: 1,4 [IC95%:1,009-2,1], P = 0.045), l’essere sottoposti a cure palliative (OR: 1,5; [IC95%: 1,008-2,4] P = 0,04) o a terapia adiuvante (OR: 2,6 [IC95%:1,3-5,1], P = 0,006), o l’esser stati sottoposti a chirurgia gastrointestinale (OR: 1,8, [IC95%: 1,03-3,2] P = 0,03) costituiva fattore di rischio di deficit vitaminico D.
 
Non solo: è emerso che le pazienti di sesso femminile che portavano il velo mostravano livelli di 25(OH)D inferiori rispetto alle altre (10,5 ng/mL vs 23,4 ng/mL, P <0,001) ed erano affette in proporzioni maggiori da deficit vitaminico D (77,2% vs 29,4%, P < 0,001).
 
Riassumendo
Per quanto esistano dati limitati e assenza di raccomandazione allo screening per la determinazione dei livelli di vitamina D nelle linee guida oncologiche, lo studio ha concluso che la prevalenza dell’ipovitaminosi D è elevata nei pazienti oncologici e che l’appartenenza al sesso femminile, una ridotta esposizione alla luce solare, l’essere in terapia palliativa o adiunvante o l’esser stati sottoposti in passato a chirurgia GI rappresentano dei fattori di rischio acclarati di carenza vitaminica.
 
Pertanto, la conoscenza dei fattori di rischio succitati dovrebbe essere di aiuto agli specialisti per selezionare i pazienti oncologici da sottoporre a screening vitaminico D.
 
 
Bibliografia
Alkan A et al. Vitamin D deficiency in cancer patients and predictors for screening (D-ONC study). Current problems in Cancer 2019: e-pub ahead-of-print
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