Pubblicato venerdì 27 dicembre 2019
Sole, alimentazione, stili di vita: per fare il pieno di vitamina D sono diverse le “corrette” abitudini da prendere.
Modificare le proprie consuetudini per migliorare la propria salute non è un sacrificio vano. I risultati sono apprezzabili sia lungo a che a breve termine. La carenza di questa vitamina può comportare infatti, negli anni, problemi a livello osteoarticolare, metabolico, cardiovascolare, immunitario e perfino, pare, oncologico. Non serve aspettare anni però per notare gli effetti negativi della ipovitaminosi D: stanchezza, aumento di peso, dolori articolari, ossa fragili, problemi intestinali, sudore alla testa e alle mani. Sono tutti campanelli di allarme a cui è importante prestare attenzione, oltre a essere chiaramente dei fastidi che limitano la qualità di vita.
Ecco alcuni consigli per fare il pieno di vitamina D in modo piacevole.
Esci all’aria aperta
L’esposizione solare è il principale metodo di approvvigionamento di vitamina D. I raggi del sole sulla cute, infatti, fanno sì che il 7-deidrocolesterolo, naturalmente presente nell’organismo, si trasformi in colecalciferolo, cioè la vitamina D3.
Va però ricordato che l’intensità della luminosità varia a seconda della latitudine, della stagione e dell’ora del giorno in cui ci espone.
L’esposizione ideale al sole di braccia, viso e gambe per la corretta produzione di vitamina D dovrebbe durare 15-20 minuti, per 4 giorni la settimana. Nella stagione fredda, quando il sole è meno intenso e gli abiti più coprenti, sarà necessario più tempo (almeno mezz’ora al giorno).
Importante, ovviamente, anche proteggersi dalle scottature. Il consiglio, è quello di esporsi in modo graduale, evitando le ore più calde della giornata. Quando necessario, è bene utilizzare una crema solare, tenendo però presente, in questo caso, che diminuisce l’efficacia dell’esposizione ai fini della sintesi di vitamina D.
Attenzione ai chili di troppo
Il sovrappeso, o peggio l’obesità, mettono a rischio la salute generale dell’organismo.
Quello che non in molti sanno è che, a parità di esposizione solare, nelle persone obese circola meno vitamina D perché essa tende ad essere immagazzinata nel tessuto adiposo. Di conseguenza in presenza di chili di troppo consultare il medico per verificare se si è a rischio di carenza.
A ogni età la sua esposizione
Nelle diverse età le persone hanno diversi bisogni di vitamina D. L’anziano per esempio deve esporsi al sole più a lungo della persona giovane per produrre lo stesso quantitativo del nutriente.
Segui la dieta salva-ossa
La dieta fornisce in media il 20% del fabbisogno di vitamina D. In una società dove però il tempo all’aria aperte è sempre più limitato, l’alimentazione diventa una fonte da non sottovalutare di questo nutriente. Vanno privilegiati dunque cibi ricchi di vitamina D, come il pesce – in particolare, il salmone, lo sgombro, il tonno e le sardine – oltre al ben noto olio di fegato di merluzzo, ai latticini e al tuorlo d’uovo.
Integra, quando serve
Il medico sarà in grado di consigliare come comportarsi in quelle situazioni nelle quali è necessario un maggior apporto di vitamina D.