Vitamina D in età pediatrica, pubblicata la prima Consensus italiana



E’ stata presentata in occasione dei lavori del XXVII Congresso Nazionale della SIPPS (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) e contemporaneamente pubblicata sul sito web della società scientifica la versione integrale di una Consensus sull’impiego della vitamina D in età pediatrica.

Obiettivo dichiarato di questa Consensus è quello di fornire raccomandazioni sulla prevenzione dell’ipovitaminosi D in questa fase della vita, individuando i soggetti a rischio ed indicando le modalità ritenute più appropriate di profilassi e di trattamento di questa condizione.

“La Consensus rientra nel DNA della SIPPS che vede nella prevenzione e nell’interesse per il sociale le parole chiave che definiscono la sua mission fondativa – ha dichiarato ai nostri microfoni il dott. Giuseppe di Mauro, presidente della SIPPS.”

“Per questo – continua di Mauro – uno dei tre principali argomenti affrontati nel corso di questa edizione del nostro Congresso è stato quello dell’impiego della vitamina D in età pediatrica, sollecitati dalle novità emerse relative alle molteplici proprietà di questo ormone-vitamina e dalla necessità di fare il punto sia sulle indicazioni scheletriche che su quelle extra-scheletriche”.

“Nel nostro Paese si sentiva la mancanza di un documento di questo genere – aggiunge di Mauro – e non esagero nel definire questa Consensus come una tra le più autorevoli esistenti sull’argomento nel nostro continente”.

Prevalenza della condizione di ipovitaminosi D pediatrica

I dati disponibili relativi al nostro Paese documentano un’elevata prevalenza di questa condizione, superiore al 50%. In tutti in casi lo status vitaminico è influenzato dal gruppo etnico di appartenenza (un fattore che acquisisce sempre più importanza in ragione della crescita costante di di migranti nel nostro Paese). Poi, per quanto riguarda specificamente i neonati, altri fattori di influenza dello status vitaminico sono rappresentati dalla stagione di nascita e dall’eventuale profilassi materna durante la gestazione, mentre per i bambini e gli adolescenti lo status vitaminico può essere condizionato anche dalla stagione in cui viene effettuata la valutazione dei livelli vitaminici, dal’indice di massa corporea e dall’esposizione solare.

Cenni di metodologia di implementazione della Consensus

La Consensus, coordinata dal dott. Giuseppe di Mauro (Presidente SIPPS nonché Segretario Nazionale FIMP – Federazione Italiana Medici Pediatri) e dal prof. Giuseppe Saggese (Presidente della Conferenza Permanente dei Direttori delle Scuole di Specializzazione di Pediatria), si è avvalsa di un gruppo multidisciplinare di esperti afferenti alla SIP (Società Italiana di Pediatria) e alla SIPPS, in collaborazione con la FIMP. Il gruppo di lavoro ha formulato alcuni quesiti scientifici su aspetti controversi relativi all’area di interesse, ciascuno dei quali è stato prima oggetto di una ricerca sistematica della letteratura alla ricerca dell’evidenza disponibile. I risultati dell’analisi sono stati successivamente discussi ed approvati utilizzando il metodo della Consensus Conference, con la formulazione di raccomandazioni basate sul parere degli esperti, per essere pubblicati in versione definitiva sui siti web della Società scientifiche coinvolte e, prossimamente, su riviste scientifiche nazionali e internazionali, e per essere discussi in occasione di Congressi.

In merito alla Consensus, il dr. Di Mauro ha tenuto a sottolineare ai nostri microfoni che il testo sarà sottoposto ad aggiornamento a cadenza biennale o anche più ravvicinata, qualora ciò dovesse rendersi necessario per la pubblicazione di nuovi dati che potrebbero rendere non più attuali le raccomandazioni implementate.

Alcuni flash sulle raccomandazioni della Consensus

Lasciando ad una serie di articoli di prossima pubblicazione il compito di affrontare in modo più approfondito i singoli temi affrontati dalla Consensus, ci limiteremo in questa occasione ad enunciare gli aspetti più rilevanti emersi dal documento.

Profilassi vitamina D nel primo anno di vita

Viene raccomandata la profilassi con vitamina D durante il primo anno di vita in quanto in grado di assicurare uno status vitaminico adeguato e di prevenire il rachitismo da carenza vitaminica.

La profilassi viene raccomandata fin dai primi giorni di vita e va proseguita per tutto il primo anno. Inoltre, va effettuata indipendentemente dal tipo di allattamento, in quanto il latte materno non contiene quantità di vitamina D sufficienti per la prevenzione della condizione di deficit vitaminico (<30 ng/ml). Inoltre, nel nato pretermine, si raccomanda l’adeguamento della profilassi vitaminica a seconda del peso del nascituro (superiore o inferiore a 1.500 grammi).

Profilassi vitamina D da 1 a 18 anni

Si raccomanda la profilassi con vitamina D sia di bambini che di adolescenti con fattori di rischio di deficit di vitamina D (es. soggetti di etnia non caucasica con elevata pigmentazione cutanea, soggetti con ridotta esposizione solare, soggetti sottoposti a regimi dietetici inadeguati – dieta vegana, soggetti con insufficienza renale o epatica cronica, soggetti obesi, soggetti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali o da celiachia…).

Lo scopo principale della profilassi in questa fascia di età è quello di garantire l’acquisizione di un picco di massa ossea ottimale, che si realizza intorno al ventesimo anno di età e che rappresenta uno dei fattori più importanti per la prevenzione dell’osteoporosi, soprattutto nelle donne in post-menopausa.

Si raccomanda di valutare lo stile di vita di bambini e di adolescenti per correggere eventuali fattori modificabili di rischio di deficit vitaminico quali la scarsa esposizione alla luce solare e la sedentarietà.

Particolare attenzione deve essere posta nei confronti dei soggetti obesi, a rischio elevato di deficit vitaminico in ragione dell’elevata liposolubilità della vitamina. Si raccomanda, a tal riguardo, la promozione allo svolgimento di attività fisica all’aria aperta durante la bella stagione, al fine di aumentare anche l’esposizione alla luce solare, prima fonte di approvvigionamento naturale di vitamina D nel nostro organismo.

Si consiglia di effettuare la profilassi con vitamina D tra l’autunno e l’inizio della primavera, in caso di scarsa esposizione solare nella stagione estiva. In presenza, invece, di particolari patologie come quelle sopra menzionate, si raccomanda la supplementazione di vitamina D durante tutto l’anno.

Infine, non si ritiene necessario eseguire il dosaggio routinario dei livelli di 25(OH)D prima o durante la profilassi con vitamina D, salvo casi particolari legati alla presenza di malattie croniche. L’anamnesi per la presenza di fattori di rischio di deficit vitaminico è, dunque, ritenuta sufficiente per iniziare una supplementazione vitaminica.

 

Rachitismo da carenza di vitamina D

Si ribadisce la necessità di ricorrere alla supplementazione con vitamina D associata a calcio nei bambini affetti da rachitismo da carenza della vitamina.

Nei paesi industrializzati, questa condizione colpisce soprattutto bambini adottati o figli di immigrati in ragione della pigmentazione scura della pelle (e della conseguente ridotta produzione fotocutanea di vitamina D), oppure per motivazioni culturali/religiose (abiti che limitano l’esposizione solare, come avviene nei paesi arabi).

E’ consigliabile eseguire un monitoraggio periodico dei livelli ematici di vitamina D durante la terapia e, al termine del trattamento e raggiunta la normalizzazione clinica, proseguire la supplementazione vitaminica secondo i fabbisogni raccomandati in base all’età

 

Azioni extrascheletriche della vitamina D

Negli ultimi anni, la scoperta che molti tessuti e cellule del sistema immunitario presentano il recettore per la vitamina D (Vitamin D Receptor, VDR) hanno suggerito l’esistenza di azioni extra-scheletriche della vitamina D.

La Consensus, ad oggi, raccomanda la profilassi della vitamina D nelle malattie infiammatorie croniche intestinali, nella celiachia e nell’obesità mentre i risultati degli studi relativi al suo impiego nelle infezioni (e in particolare in quelle respiratorie), nell’asma, nella dermatite atopica, nelle patologie allergiche, nell’autismo e nella depressione sono ancora molto eterogenei quanto a dosaggi e a tempi di somministrazione e non ne permettono ancora una raccomandazione all’impiego. Spetta ai pediatri decidere, in base al caso specifico, sull’opportunità di ricorrere alla supplementazione vitaminica nei casi sopra menzionati.

 

Consensus su: Vitamina D in età pediatrica

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