Vitamina D e degenerazione maculare senile: quale legame?



I soggetti adulti con basse concentrazione di 25(OH)D sarebbero a rischio maggiore di degenerazione maculare senile (AMD).
Lo dimostrano i risultati di una rassegna sistematica della letteratura (con metanalisi annessa), di recente pubblicazione sulla rivista Maturitas.
 
In letteratura è noto da tempo che la vitamina D possa essere coinvolta nella funzionalità oculare degli anziani. Fino ad ora, tuttavia, non era stato mai trovato un consenso sull’esistenza di una possibile associazione tra i livelli circolanti di 25(OH)D e l’insorgenza di AMD, ricordano gli autori nell’introduzione al lavoro.

 

Di qui il razionale del nuovo studio, che si è proposto di saggiare, sia sistematicamente (mediante rassegna della letteratura che statisticamente (mediante metanalisi), la forza dell’associazione postulata sopra menzionata.
 
I ricercatori, pertanto, hanno effettuato, in prima battuta, una ricerca sistematica della letteratura sull’argomento, consultando i principali database bibliografici biomedici esistenti. La ricerca della letteratura esistente a partire dalla fine del 2015, ha portato alla selezione di 11 studi sui 243 ottenuti dalla ricerca bibliografica esperta.
 
I criteri di selezione utilizzati nella ricerca bibliografica prevedevano l’inclusione di studi osservazionali o di intervento e la considerazione di outcome basati sulla diagnosi di AMD (almeno in un occhio) e i livelli circolanti di vitamina D nel sangue.
Gli 11 studi candidati per la metanalisi avevano una numerosità di soggetti compresa tra 65 e 17.045 partecipanti. Di questi, un numero compreso tra 31 e 1.440 partecipanti era affetto da AMD.
 
I ricercatori hanno classificato l’AMD come totale, precoce o tardiva.
Alla ricerca sistematica della letteratura è seguita una metanalisi di 3 studi, per un totale di 1.126 soggetti con AMD e 8.206 non affetti dalla patologia oculare.
 
I risultati della metanalisi hanno mostrato che quelli con AMD presentavano, in media, livelli di 25(OH)D inferiori del 15% (IC95%= -41% – 11%) quelli rilevati nei soggetti non affetti da AMD. La differenza tra i 2 gruppi, tuttavia, non è risultata statisticamente significativa (p=0,272).
 
I risultati di una seconda analisi, inoltre, hanno mostrato che i soggetti appartenenti al quintile con le concentrazioni di vitamina D più elevate avevano una probabilità minore di essere affetti da AMD rispetto a quelli appartenenti al quintile di concentrazione vitaminica più basso. Nello specifico, i soggetti con i livelli di concentrazione vitaminica più elevata avevano un odd ratio di AMD e di AMD tardiva più bassi (OR=0,83; IC95%=0,71-0,97 e OR=0,47; IC95%=0,28-0,79) rispetto ai soggetti con concentrazioni circolanti di vitamina D più basse.
 
Non solo: i partecipanti con livelli circolanti di vitamina D
Nel commentare i risultati, gli autori della metanalisi, pur ammettendo la possibilità che bassi livelli di vitamina D potrebbero contribuire all’insorgenza di AMD, hanno riconosciuto che il deficit vitaminico potrebbe non spiegare del tutto lo sviluppo e il peggioramento di questa condizione.
 
Non è chiaro, inoltre, se l’ipovitaminosi D sia causa di AMD o il contrario.
“E’ ipotizzabile, infatti – spiegano gli autori – che la riduzione stessa dell’acuità visiva dovuta ad AMD (indotta da varie cause), seguita da una perdita conseguente dell’autonomia funzionale, dalla riduzione dell’assunzione di alimenti e dell’esposizione solare, concorrano allo sviluppo di una situazione carenziale di vitamina D”.
 
In attesa di studi disegnati ad hoc che possano sciogliere questi dubbi sulla tipologia della relazione tra ipovitaminosi D e l’AMD (causa effetto o inversa), è comunque possibile immaginare come una correzione del deficit di vitamina D possa migliorare la prognosi di AMD in questi soggetti. I risultati di questa metanalisi, quindi, forniscono comunque un razionale scientifico per la messa a punto di trial di intervento basati sulla supplementazione vitaminica.
 

Bibliografia
Annweiler C et al. Circulating vitamin D concentration and age-related macular degeneration: Systematic review and meta-analysis. Maturitas (2016); epub ahead-of-print
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