Supplementazione di vitamina D potrebbe migliorare funzione cardiaca in pazienti scompensati



L’assunzione di supplementazioni di vitamina D potrebbe essere associata ad un miglioramento della funzione cardiaca in pazienti scompensati cronici.
 
Lo dimostra VINDICATE (VitamIN D treatIng patients with Chronic heArT failurE) , un trial di recente pubblicazione su the Journal of the American College of Cardiology.
 
Pur non essendo stato in grado di soddisfare l’endpoint primario di efficacia (variazione statisticamente significativa della distanza percorsa al test della deambulazione in 6 minuti (6MWT), lo studio ha documentato, infatti, in miglioramento sostanziale sia della frazione di eiezione del ventricolo sinistro (LVEF), che dei volumi e delle dimensioni del ventriciolo sinistro (LV) grazie alla somministrazione di dosi elevate di vitamina D3 (colecalciferolo) in pazienti con insufficienza cardiaca cronica dovuta a disfunzione sistolica ventricolare sinistra (LVSD).
 
Razionale dello studio
Come è noto in letteratura, i pazienti affetti da malattie CV sono frequentemente caratterizzati da deficit di vitamina D, una condizione che è stata associata allo sviluppo di scompenso cardiaco cronico in molti studi.
 
“Quasi il 90% dei pazienti scompensati cronici è affetto da ipovitaminosi D – ricordano gli autori nell’introduzione allo studio, anche in regioni ad elevato irraggiamento solare”.
 
“La vitamina D si caratterizza per la presenza di effetti pleiotropici che potrebbero avere un impatto favorevole nei pazienti con insufficienza cardica cronica – continuano gli autori – Ciò nonostante, i dati degli studi che hanno testato l’efficacia della supplementazione vitaminica in questo set di pazienti sono stati contraddittori”.
 
Di qui il nuovo trial, disegnato allo scopo di descrivere l’efficacia e la sicurezza della supplementazione a lungo termine di dosi elevate di colecalciferolo sulla capacità di esercizio submassimale e la funzione cardiaca in pazienti con scompenso cardiaco cronico dovuto a disfunzione sistolica ventricolare sinistra.
 
Disegno e risultati principali dello studio
I ricercatori hanno reclutato 163 pazienti scompensati, randomizzandoli al trattamento con 4.000 UI (100 µg) di colecalciferolo o a placebo (in assenza di calcio).
 
Tutti i pazienti, aventi un’età media di 70 anni e una LVEF media del 25%) erano già sottoposti a trattamento ottimale standard per lo scompenso cardiaco, basato su beta-bloccanti (BB), ACE-inibitori e pacemaker, da almeno 3 mesi prima del reclutamento nel trial. Il trattamento è continuato per un anno.
 
Endpoint primari dello studio era rappresentato dalla variazione della distanza percorsa dai pazienti, rispetto alle condizioni di partenza, al test della deambulazione 6MWT.
 
Tra gli endopoint secondari previsti, invece, vi erano la variazione della LVEF a 12 mesi nonché misure di safety relative alla funzione renale e alla calcemia, eseguite a cadenza trimestrale.
 
Analizzando i risultati principali, è stato documentato, a seguito della supplementazione con vitamina D3, il mancato soddisfacimento dell’outcome primario (la supplementazione non ha migliorato la distanza percorsa al test della deambulazione 6MWT in maniera significativa rispetto al gruppo placebo – p=0,255).
 
Tuttavia, i ricercatori hanno dimostrato l’esistenza di differenze significative in termini di variazione della funzione cardiaca (LVEF= 6,07%; IC95%= 3,2-8,95; P < 0,0001) nonché la reversibilità dei processi di rimodellamento LV: diametro telediastolico LV, –2,49 mm; IC95%= –4,09 – –0,9; P = 0,002; diametro telesistolico LV, –2,09 mm; IC95%= –4,11 – –0,06; P = 0,043.
 
Lo studio, invece, non ha documentato l’esistenza di variazioni significative tra i 2 gruppi in termini di calcemia o funzione renale.
Ipotesi fisiopatogenetiche sui benefici della supplementazione di vitamina D sulla funzione LV
 
Nel discutere i risultati, gli autori dello studio hanno ipotizzato che la supplementazione di vitamina D potrebbe avere effetti benefici sul rimodellamento LV.
 
“Il deficit vitaminico D potrebbe contribuire ai processi di rimodellamento LV sfavorevoli mediante 2 meccanismi distinti – argomentano gli autori -. Il primo presuppone che il deficit vitaminico porti ad una disfunzione dei cardiomiociti, interferendo con il trasporto di calcio a concentrazioni cellulari”.
 
“Lo scompenso cardiaco – continuano i ricercatori – rappresenta una condizione di sovraccarico intracellulare di calcio che influenza negativamente i processi di contrazione e i rilassamento. Inoltre, il deficit di vitamina D potrebbe contribuire all’insorgenza di ipertrofia dei cardiomiociti, infiammazione intestiziale e fibrosi”.
 
Il secondo meccanismo che spiegherebbe gli effetti benefici della supplementazione vitaminica sul rimodellamento LV invoca, invece, il coinvolgimento della vitamina D sul corretto funzionamento del sistema neuro-ormonale renina-angiotensina-aldosteroine (RAAS): “Mentre il rimodellamento ventricolare nocivo è il risultato di una persistente attivazione del sistema RAAS – spiegano gli autori – che contribuisce in modo determinante al deterioramento della funzione cardiaca, della perdita di cardiomiociti e della fibrosi interstiziale, l’inibizione del sistema RAAS porta all’attenuazione o alla reversibilità dei processi di rimodellamento LV nei pazienti con scompenso cardiaco.
 
“Ciò premesso – continuano gli autori – il deficit di vitamina D stimola l’attività del sistema RAAS, mentre la supplementazione di vitamina D sembra in grado di ridurre la sintesi di renina e l’attività della renina plasmatica”.
 
Implicazioni dello studio
“La supplementazione di vitamina D potrebbe rappresentare un’opzione aggiuntiva di trattamento efficace, sicura ed economica per il trattamento dei pazienti con scompenso cardiaco cronico – scrivono gli autori nelle conclusioni del lavoro – ed avere effetti benefici sulle molteplici caratteristiche della sindrome”.
 
Sono necessari, ora, studi ulteriori che verifichino se i miglioramenti osservati della funzione cardiaca, osservati in questo trial, si traducano in un miglioramento degli outcome clinici tipici dei pazienti scompensati (ospedalizzazione e mortalità).
 

Bibliografia

Witte KK et al. Effects of Vitamin D on Cardiac Function in Patients With Chronic HF. The VINDICATE Study. J Am Coll Cardiol. 2016;67(22):2593-2603. doi:10.1016/j.jacc.2016.03.508
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