Supplementazione vitamina D e calcio efficace per la salute ossea dei fantini



Il ricorso alla supplementazione di vitamina D e calcio sembra essere una strategia promettente per migliorare la salute ossea di giovani atleti che necessitano di ricorrere a programmi di restrizione calorica, come nel caso dell’ippica.

Questo il responso di uno studio di piccole dimensioni pubblicato ahead-of-print online sulla rivista Bone (1).
I fantini rappresentano una categoria di atleti che si caratterizza per la necessità di seguire programmi di contenimento/riduzione ponderale di durata continuativa annuale anziché limitata alle sole competizioni stagionali.

“L’osservanza di attività di contenimento/riduzione ponderale potrebbe limitare il raggiungimento del picco di massa ossea nel corso della crescita, con effetti deleteri a carico dell’apparato muscolo-scheletrico sia nel breve che nel lungo termine – ricordano gli autori dello studio nell’introduzione”.

“Normalmente – continuano gli autori – i fantini iniziano la loro attività agonistica intorno ai 16 anni, un’età nella quale devono ancora raggiungere il picco di massa ossea, che si ha intorno ai 18-20 anni.”

La dieta rappresenta uno dei fattori noti in grado di influenzare lo sviluppo delle ossa (2). Una delle strategie ipotizzate per massimizzare il raggiungimento del picco di massa ossea consiste nel ricorso alla supplementazione di calcio e di vitamina D nel corso della crescita dei giovani fantini.

Ancora oggi esistono evidenze limitate relative ai benefici effetti di questo intervento sulla densità minerale ossea (DMO) di questi atleti (3) nonché il permanere di zone d’ombra nella comprensione del ruolo della supplementazione sullo sviluppo osseo in questa popolazione a rischio.
“Quello che comunque è assodato – ricordano gli autori – è che i fantini mostrano un rischio elevato di andare incontro a regimi alimentare non proprio salutari, nello sforzo di contenere il proprio peso corporeo. Questi atleti, inoltre, si caratterizzano per: 1) un ridotto introito alimentare di calcio – con conseguente compromissione documentata della salute dell’apparato muscolo-scheletrico -; 2) per livelli ematici insufficienti di vitamina D, soprattutto nell’emisfero settentrionale; 3) per la presenza di osteopenia a 20 anni in un caso su 2.”
Gli studi sulla salute ossea dei fantini hanno fatto ricorso finora, quasi esclusivamente, alla densitometria ossea, mentre un solo studio ha utilizzato la pQCT (tomografia computerizzata quantitativa periferica).

“Quest’ultima – affermano gli autori – supera alcuni limiti della DEXA quali la natura bidimensionale, che impedisce la differenziazione tra osso corticale e trabecolare, e fornisce una valutazione più accurata delle dimensioni, della forza e della geometria dell’osso.”
Obiettivo di questo trial clinico randomizzato è stato, pertanto, quello di valutare l’efficacia di un ciclo di supplementazione calcio-vitamina D della durata di 6 mesi nel migliorare le proprietà ossee a livello della tibia.

A tal scopo, due gruppi di apprendisti fantini maschi (N=29; età media= 20 anni), incrociati in base al peso, all’altezza e all’età, sono stati randomizzati (1:1) a trattamento giornaliero con supplementazione di 800 mg di calcio e 400 UI di vitamina D o a placebo per 6 mesi.
I livelli di calcio al basale nei due gruppi erano pari, rispettivamente a 669,7 ± 274,3 mg vs 790,4 ± 423,9 mg, mentre quelli di vitamina D erano pari a 64,6 ± 19,5 vs 81,2 ± 24,4 nmol/l.

Nel corso del follow-up sono stati persi 6 soggetti in entrambi i gruppi di trattamento, per cui l’analisi finale dei marker di riassorbimento osseo (P1NP e CTX), dei livelli di calcio e vitamina D e quella effettuata a livello della tibia mediante pQCT è stata condotta, rispettivamente, su 8 fantini nel gruppo sottoposto a supplementazione e su 9 fantini nel gruppo placebo.
I risultati dell’analisi pQCT a hanno documentato un miglioramento delle proprietà della tibia prossimale a seguito della supplementazione rispetto al gruppo placebo.

Le analisi dei prelievi ematici, inoltre, hanno mostrato livelli più elevati di vitamina D (18,1%, p =0,014) e, al contempo, livelli più bassi di Ctx – marker di riassorbimento osseo (−24,8%, p = 0,011) nel gruppo sottoposto a supplementazione vitaminica. Non sono state documentate, invece, differenze tra gruppi in relazione ai livelli di P1NP, marker di neoformazione ossea.

Nel commentare i risultati, gli autori dello studio sottolineano come il loro “…sia il primo trial randomizzato e controllato ad avere valutato l’efficacia della supplementazione di calcio e vitamina D nel migliorare le proprietà ossea in una popolazione di giovane atleti molto vulnerabile, sottoposta a restrizioni caloriche. Inoltre, questo è il primo trial ad aver utilizzato la pQCT per valutare le risposte ossee a livello della tibia prossimale e distale in una popolazione di atleti nota per essere a rischio di avere una salute ossea compromessa.”

In conclusione, i risultati mostrano che il gruppo sottoposto a supplementazione di calcio e di vitamina D si caratterizza per una migliore densità e geometria ossea a livello della tibia prossimale, a suggerire come tale intervento potrebbe rappresentare una strategia terapeutica efficace per controbilanciare gli effetti scheletrici deleteri sugli arti inferiori derivanti dal perseguimento di un programma di restrizione/contenimento del peso corporeo.

Bibliografia
1. Silk LN et al. Tibial bone responses to 6-month calcium and vitamin D supplementation in young male jockeys: A randomised controlled trial. Bone (2015); ePub ahead-of-print
Leggi
http://www.thebonejournal.com/article/S8756-3282%2815%2900341-5/abstract
2. Ebeling PR. Osteoporosis in Men. N Engl J Med 2008; 358:1474-1482; DOI: 10.1056/NEJMcp0707217
Leggi
http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMcp0707217
3. Silk LN et al. The Effect of Calcium or Calcium and Vitamin D Supplementation on Bone Mineral Density in Healthy Males: A Systematic Review and Meta-analysis. Int. J. Sport Nutr. Exerc. Metab. (2015) (in press).