Supplementazione materno-infantile di vitamina D riduce sensitività neonati agli allergeni



In popolazioni ad elevata prevalenza della condizione di deficit vitaminico D, la supplementazione vitaminica materno-infantile, in fase avanzata di gestazione e nel corso della prima infanzia, è in grado di prevenire lo sviluppo di atopia nel neonato a 18 mesi.
 
Ciò è quanto è stato dimostrato in uno studio presentato nel corso del congresso annuale congiunto di due società medico scientifiche statunitensi: la PAS (the Pediatric Avademic Society) e l’ASPN (American Society of Pediatric Nephrology).
 
Lo studio presentato al Congresso è il primo del suo genere ad aver dimostrato l’efficacia della supplementazione vitaminica nel corso della gestazione e della vita neonatale nel ridurre la sensibilizzazione dei piccoli agli antigeni degli acari a 18 mesi.
Come è noto, alla vitamina D sono attribuite proprietà immunomodulanti; inoltre, bassi livelli di questa vitamina durante la gravidanza sono associati ad un innalzamento del rischio di asma infantile.
 
Lo studio in questione, un trial randomizzato, in doppio cieco, a gruppi paralleli, si è proposto di determinare la dose di vitamina D3 richiesta per consentire il raggiungimento di livelli sierici di 25(OH)D ≥50 nmol/L nel corso della vita neonatale.
 
A tal scopo, i ricercatori hanno randomizzato donne in gravidanza (a 27 settimane di gestazione dalla nascita) e i loro neonati (dalla nascita a 6 mesi) al trattamento con placebo o con 1-2 dosi giornaliere di vitamina D3 (1000IU/400UI o 2000IU/800UI).
 
Quando i neonati avevano raggiunto l’età di 18 mesi, i ricercatori hanno effettuato misurazioni relative ad IgE specifiche, dovute, a seguito valutazione medica, a presenza di raffreddore, otite media, infezione delle vie respiratorie superiori, asma, bronchite, bronchiolite, infezione delle basse vie respiratorie, o a febbre e tosse.

 

I risultati, relativi a 185 neonati, hanno documentato una sensibilizzazione a tutti i 4 antigeni degli acari della polvete in una percentuale significativamente inferiore di neonati supplementati con entrambe le dosi testate di vitamina D: 2% vs 18% (dose elevata vs placebo) per il primo antigene testato; 2% vs 14% per il secondo, 3% vs 19% per il terzo e 3% vs 12% per il quarto antigene testato. Per il gruppo supplementatato con la dose più bassa di vitamina D, le percentuali di pazienti con sensibilizzazione ai 4 antigenti testati sono state pari, rispettivamente, al 10%, 3%, 14% e 2%.
 
Non solo: la propozione di neonati necessitanti di assistenza sanitaria primaria per asma è risultata significativamente inferiore nei piccoli supplementatati con vitamina D (indipendentemente dal dosaggio utilizzato per la supplementazione) rispetto a quelli trattati con placebo.
Non sono state documentate, invece, differenze tra i gruppi in studio relativamente all’identificazione, durante le visite mediche, di neonati affetti da altra diagnosi di malattia respiratoria, comprendente raffreddore o influenza, otite media, infezione delle vie respiratorie superiori, bronchite, bronchiolite, o febbre e tosse.
 

Riferimento bibliografico

Presentation title: Vitamin D Supplementation During Pregnancy and Infancy Reduces Aeroallergen Sensitization: A Randomized Controlled Trial. Abstract 1650.8]