Cosa fare per la carenza-insufficienza di vitamina D



Il deficit di vitamina D è estremamente diffuso, specie tra la popolazione anziana

La forma preferibile di vitamina D da utilizzare è la D3 (colecalciferolo) da somministrare per os.

Il fabbisogno di vitamina D è superiore a quello stimato negli anni passati: specie negli anziani sono necessarie almeno 800-1.000 UI/die (o equivalenti settimanali o mensili) di vitamina D e sono auspicabili livelli sierici di 25(OH)D superiori a 75 nmol/l; dosaggi e livelli sierici superiori sono necessari in particolare in condizioni di scarso apporto o assorbimento intestinale di calcio.

La vitamina D sino a 2.000 UI/die (o equivalenti settimanali o mensili) può essere prescritta senza la necessità di controllare i livelli sierici di 25(OH)D o della calcemia.

La farmacocinetica della vitamina D consente la somministrazione, in alternativa a quella giornaliera, di boli settimanali, mensili, trimestrali o addirittura annuali, fornendo così maggiori garanzie in termini di aderenza al trattamento.

In condizioni di grave carenza di vitamina D è opportuno iniziare il trattamento con un bolo pari a 100.000-600.000 UI di vitamina D, seguito da dosi di mantenimento pari a 800-1.600 UI/die (o equivalenti settimanali o mensili) di vitamina D.

I metaboliti attivi della vitamina D (calcitriolo o altri prodotti 1-alfaidrossilati) sono consigliabili solo in presenza di insufficienza renale medio-grave, grave malassorbimento intestinale o ipoparatiroidismo e richiedono il monitoraggio della calcemia e della calciuria. Anche in questi casi è consigliabile mantenere livelli adeguati di 25(OH)D nel siero, somministrando vitamina D.

La somministrazione di vitamina D è una condizione necessaria e talora sufficiente per la prevenzione e il trattamento dell’osteoporosi; la mancata correzione di un deficit di vitamina D può attenuare o vanificare l’efficacia terapeutica di qualsiasi altro trattamento.

Oltre ai noti effetti scheletrici e muscolari della vitamina D è oggi presumibile che la correzione della sua carenza possa comportare altri benefici sul rischio cardiovascolare, oncologico e sulle manifestazioni di malattie reumatiche, neurologiche e diabete.

(È possibile consultare le “Linee Guida su prevenzione e trattamento dell’ipovitaminosi D con colecalciferolo” sul sito: htt://www.vitaminad.it/category/letteratura/linee-guida).