La vitamina D nell’adolescenza riduce il rischio di SM in età adulta



I risultati di uno studio basato sull’integrazione di vitamina D3 mediante olio di fegato di merluzzo – pubblicato online sul Multiple Sclerosis Journal – non solo supportano l’ipotesi che bassi livelli di vitamina D rappresentino un fattore di rischio per la sclerosi multipla (SM) ma sottolineano ulteriormente come l’adolescenza costituisca un importante periodo di suscettibilità per l’insorgenza della SM in età adulta.

«Un basso livello di vitamina D è uno dei fattori più fortemente associati alla SM ma non è ben chiarito a quale età un’adeguata esposizione possa essere particolarmente rilevante e, di conseguenza, quando debba essere pianificato un intervento ottimale per modificare il rischio di sviluppare la malattia» premettono gli autori (un team statunitense e norvegese con anche un contributo italiano), coordinati da Marianna Cortese, del Dipartimento di Nutrizione dell’Harvard T. H. Chan School of Public Health di Boston (USA).

«L’olio di fegato di merluzzo è un’importante sorgente alimentare di vitamina D nei Paesi delle alte latitudini come la Norvegia, dove non vi è produzione di vitamina D indotta dal sole durante l’inverno» proseguono i ricercatori. «Le Autorità sanitarie norvegesi hanno raccomandato l’assunzione di 5 ml di olio di fegato di merluzzo al giorno (400 UI di vitamina D) per più di 60 anni allo scopo di prevenire patologie come il rachitismo, in precedenza prevalente soprattutto in aree con scarso accesso a pesci grassi, ricchi di vitamina D»

Dato che la letteratura non è univoca nel delimitare una finestra temporale critica nella quale la vitamina potrebbe agire, gli autori hanno indagato l’associazione tra supplementazione con olio di fegato di merluzzo in diverse età post-natali e il rischio di sviluppare SM.

Lo studio multicentrico multinazionale caso-controllo EnvIMS (Environmental Factors In Multiple Sclerosis) era stato varato per valutare i fattori di rischio ambientali per SM ed esaminare le eventuali differenze tra le distinte popolazioni. La ricerca prevedeva la somministrazione di questionari con dettagliate domande relative ad abitudini relative a esposizione al sole, alimentazione, uso di integratori, anamnesi medica remota, stili di vita, fattori occupazionali e ormonali.

In questo studio è stata presa in esame la componente norvegese di EnvIMS, comprendente un totale di 953 pazienti affetti da SM con una durata massima di malattia di 10 anni e 1.717 controlli. Tutti questi soggetti avevano segnalato il loro uso di olio di fegato di merluzzo dall’infanzia all’età adulta.

L’impiego integrativo auto-riferito nella fascia d’età compresa tra 13 e 18 anni è risultato associato a un ridotto rischio di SM (odds ratio [OR] 0,67; 95% CI: 0,52-0,86) mentre per la supplementazione durante l’infanzia non si è riscontrata una variazione del rischio di SM (OR: 1,01; 95% CI: 0,81- 1,26) [entrambi i valori da intendersi rispetto al mancato impiego durante il periodo corrispondente].

In particolare, è stata rilevata un’associazione inversa tra rischio di SM e dose di olio di fegato di merluzzo assunta durante l’adolescenza, suggerendo una relazione dose-risposta (tendenza p= 0,001), con effetto più forte per un’assunzione di vitamina D3 stimata in 600-800 UI/die (OR: 0,46; 95% CI: 0,31-0,70).

Dunque «i nostri risultati indicano che l’adolescenza possa essere un importante periodo post-natale nel corso della vita per una riduzione del rischio di SM» non eguagliato dall’infanzia né dall’età adulta. «Le dosi comunemente impiegate di vitamina D contenute nell’olio di fegato di merluzzo possono contribuire a modificare il rischio di SM se l’integrazione avviene lungo tutta l’adolescenza» affermano gli autori.

«Vi possono essere diverse spiegazioni alle nostre evidenze» commentano Cortese e collaboratori. «L’adolescenza potrebbe essere il periodo più sensibile in cui la vitamina D dispiega gli effetti immunomodulatori osservati. Oppure in questo periodo è rilevante perché corrispondente alla fase terminale dello sviluppo cerebrale. Un’altra spiegazione possibile è che la supplementazione di vitamina D durante differenti periodi della vita potrebbe non portare a livelli sierici confrontabili».
Ulteriori studi sono necessari al fine di confermare i dati ottenuti e per indagare se dosi più elevate possono essere potenzialmente altrettanto protettive durante l’infanzia o l’età adulta.

Arturo Zenorini
Cortese M, Riise T, Bjørnevik K, et al. Timing of use of cod liver oil, a vitamin D source, and multiple sclerosis risk: The EnvIMS study. Mult Scler, 2015 May 6. [Epub ahead of print]
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