Livelli vitamina D predicono aggressività carcinoma prostatico



La condizione di insufficienza o di deficit conclamato di vitamina D nel sangue sono associate, in pazienti destinati ad intervento di prostatectomia radicale per carcinoma alla prostata, ad un incremento del rischio di prognosi sfavorevole.
 
Lo dimostra uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Oncology che suggerisce come i livelli ematici di vitamina D potrebbero fungere da marker biologico di aggressività tumorale.
 
Il tumore della prostata è la forma di cancro più diffusa tra gli uomini del nostro Paese e solo lo scorso anno ha fatto registrare 35.000 nuove diagnosi. Nel 60% dei casi la malattia richiede invece un trattamento con le tradizionali terapie come chirurgia, radioterapia e brachiterapia.
Le cellule tumorali che hanno iniziato a migrare al di fuori della prostata tendono a dar luogo alle forme di carcinoma prostatico più aggressive.
 
In base allo score di Gleason, determinato dopo analisi delle biopsie di prostata, le cellule di prostata possono essere di 5 tipi: il tipo 1 corrisponde alle cellule normali e il tipo 5 a quelle la cui evoluzione cancerosa è più avanzata.
 
Un Gleason score elevato indica che il tessuto tumorale è molto differente dal tessuto normale ed ha la tendenza maggiore a metastatizzare. Un Gleason score basso è indice, invece, di tessuto tumorale non ancora differenziato al punto tale da metastatizzare.
 
Obiettivo dello studio è stato quello di studiare la relazione esistente tra la patologia a prognosi più infausta in corrispondenza dell’intervento di prostatectomia totale e i livelli ematici di 25(OH)D, essendo già documentato in letteratura come livelli ridotti di 25(OH)D si associno ad un incremento del rischio di carcinoma prostatico più aggressivo.
 
Lo studio è stato condotto tra il 2009 e il 2014 come parte di una sperimentazione clinica di più ampie dimensioni, comprendente 1.760 soggetti sani e pazienti sottoposti a screening per la presenza di carcinoma prostatico.
 
Di questi, 190 sono stati successivamente sottoposti a prostatectomia radicale per carcinoma alla prostata (età mediana della coorte= 64 anni). L’estensione extraprostatica o la presenza di Gleason score elevati (4-5) erano indicativi di prognosi sfavorevole.
I ricercatori hanno condotto analisi multivariate e descrittive, valutando le possibili correlazioni ipotizzate tra i livelli ematici di vitamina D e la prognosi sfavorevole al tempo della prostatectomia radicale.
 
In questo modo hanno osservato che, in corrispondenza dell’intervento chirurgico, il 45,8% del campione (87 uomini) aveva una prognosi sfavorevole. Approfondendo i fattori associati a questo outcome, è stato osservato che gli uomini con prognosi sfavorevole di malattia presentavano livelli ematici di 25(OH)D più bassi rispetto a quelli con prognosi non sfavorevole (22,7 ng/mL vs 27 ng/mL; p=0,007 – il livello di normalità per la vitamina D nel sangue si attesta sui 30 ng/mL).
 
L’analisi multivariata, corretta per alcuni fattori confondenti quali l’età, i livelli di PSA e un esame di esplorazione rettale dubbio, ha mostrato che i livelli ematici di 25(OH)D< 30 ng/mL correlavano con un incremento della probabilità di prognosi sfavorevole (OR=2,65; IC95%= 1,25-5,59; p=0,01).
Nel commentare i risultati, gli autori dello studio hanno affermato che il deficit di vitamina D potrebbe predire l’aggressività del carcinoma prostatico.
 
Inoltre, hanno suggerito che gli uomini con pelle nera, basso introito vitaminico o ridotta esposizione solare dovrebbero essere sottoposti anche a screening per la vitamina D in presenza di valori di PSA elevati o di diagnosi posta di carcinoma prostatico e che questi pazienti potrebbero trarre giovamento dalla supplementazione vitaminica.
 
Data la mera natura osservazionale dello studio, che necessita di conferme provenienti da trial prospettici ad hoc, e data la necessità delle indispensabili approvazioni delle autorià regolatorie, non è ancora possibile suggerire alcuna indicazione terapeutica allo stato attuale in questo contesto.
 

Bibliografia
Nyame YA et al. Associations Between Serum Vitamin D and Adverse Pathology in Men Undergoing Radical Prostatectomy. [published online ahead of print February 22, 2016]. J Clin Oncol. doi:10.1200/JCO.2015.65.1463.
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