Le donne in gravidanza potrebbero aver bisogno di dosi più elevate di vitamina D



Supplementazioni di vitamina D a dosaggi più elevati potrebbero ridurre l’infiammazione nelle gestanti, stando ai risultati di uno studio congiunto USA del Dipartimento Federale per l’Agricoltura (USDA) e dell’Università della California, pubblicato recentemente sulla rivista Journal of Nutrition.
 
Come è noto, la vitamina D è essenziale per la salute ossea e quella complessiva dell’organismo umano. Tuttavia, la quantità prodotta a seguito dell’esposizione alla luce solare e quella ottenuta tramite l’alimentazione non sono sempre sufficienti, soprattutto nelle gestanti.
 
Ciò è di particolare importanza in quanto deficit vitaminici severi possono contribuire all’insorgenza di osteoporosi (OP) negli adulti e di rachitismo nei neonati e nei bambini.
 
Inoltre, si stanno accumulando dati in letteratura che suggeriscono un ruolo protettivo di livelli di vitamina D molto elevati contro certe tipologie di tumori, un rafforzamento del sistema immunitario, una riduzione del rischio di diabete, nonché un ruolo chiave nel sopprimere l’infiammazione.
La riduzione dei processi infiammatori durante la gravidanza è di grande importanza in quanto l’infiammazione è associata con l’ipertensione, la pre-eclampsia, il parto prematura e il basso peso alla nascita, ricordano gli autori nell’introduzione al lavoro.
 
Obiettivo dei ricercatori è stato pertanto quelli di valutare se i livelli di assunzione di vitamina D dovessero essere più elevati di quelli comunemente utilizzati nelle supplementazioni pre-natali (400 UI/die).
 
A tal scopo, sono state reclutate nello studio donne in buono stato di salute, al primo trimestre di gravidanza, che assumevano, su base volontaria, dosi giornaliere differenti di vitamina D.
 
Dopo il reclutamento, i ricercatori hanno sottoposto queste donne a supplementazione multivitaminica giornaliera contenente 400 UI di vitamina D insieme alla somministrazione di una pillola placebo, oppure a supplementazione vitaminica (allo stesso dosaggio) in aggiunta alla somministrazione di una pillola aggiuntiva contenente 1.600 UI di vitamina D.
 
Inoltre, sono stati raccolti campioni ematici, al fine di misurare sia i livelli di vitamina D (sotto varie forme), sia quelli di alcuni marker della risposta immunitaria e dell’infiammazione, e registrati i valori pressori delle madri e il peso alla nascita dei neonati.
 
I risultati hanno mostrato che la supplementazione con 2.000 UI/die di vitamina D (400 UI + 1.600 UI) produceva effetti maggiori sulla variazione dello status vitaminico D in gravidanza (p<0,0001) nonché sul valore finale a 36 settimane (p<0,0001) rispetto alla supplementazione con 400 UI/die, con un incremento dei livelli sierici di 25(OH)D da 81,1 nmol/L al basale a 116 nmol/L a 36 settimane vs l’incremento da 69,6 nmol/L a 85,6 nmol/L.
 
Non solo: il gruppo supplementato con una dose totale di vitamina D pari a 2.000 UI/die presentava un numero di cellule T CD4+ regolatrici di IL-10 a 36 settimane più elevato (+36%) rispetto al gruppo di gestanti supplementate con 400 UI/die (p<0,007).
 
Da ultimo, l’assunzione giornaliera di 2.000 UI/die fi vitamina D vs 400 UI/die tendeva ad attenuare l’incremento, associato allo stato gravidico, della pressione diastolica di 1,3 volte (p=0,06) e di innalzare il peso corporeo neonatale dell’8,6% (p=0,06). In questi ultimi 2 casi, tuttavia, le differenze osservate non hanno raggiunto la significatività statistica.
 
In conclusione, i risultati dello studio depongono a favore della maggior efficacia della supplementazione vitaminica D delle donne in stato gravidico, in quanto tale intervento si associa ad un incremento delle cellule deputate alla regolazione della risposta immunitaria, in grado di prevenire alcuni outcome avversi causati dall’eccesso di infiammazione.
 
Bibliografia
Zerofsky MS et al. Daily Cholecalciferol Supplementation during Pregnancy Alters Markers of Regulatory Immunity, Inflammation, and Clinical Outcomes in a Randomized Controlled Trial. J. Nutr. November 1, 2016 ; vol. 146 no. 11 2388-2397
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