La vitamina D, in aggiunta agli antipsicotici atipici, previene l’ipeglicemia indotta da questi ultimi



L’assunzione di antipsicotici atipici, come ad esempio quetiapina, per quanto efficace nel trattare numerosi disturbi psichiatrici quali la schizofrenia, il disturbo bipolare e la depressione, si accompagna, per contro, ad un innalzamento del rischio di diabete di nuova insorgenza.
Ma uno studio di recente pubblicazione su Scientific Reports ha individuato nell’assunzione concomitante di vitamina D, il modo per impedire il manifestarsi di questo evento avverso con l’assunzione di questi farmaci.

 

Razionale dello studio
Nonostante l’ampia documentazione esistente in letteratura a supporto dell’associazione esistente tra l’impiego di antipsicotici atipici e l’ipeglicemia/diabete melluto, la patogenesi del diabete mellito farmaco-indotta è ancora, ad oggi, poco compresa.
“Tra i meccasmi proposti per giustificare questa condizione vi sono l’incremento ponderale, la riduzione della secrezione di insulina da parte delle beta-cellule pancreatiche, l’insulino-resistenza ed alterazioni della funzione della leptina – ricordano gli autori nell’introduzione la lavoro”.
 
“Per quanto – continuano gli autori – alcuni studi clinici mostrino che la metfomina, un noto agente anti-diabetico, sia efficace contro il diabete mellito associato all’impiego di farmaci anti-psicotici, si impone la richiesta di trattamenti aggiuntivi in ragione della multifattorialità dell’iperglicemia indotta d antipsicotici, che rende difficile il trattamento con una terapia basata su un singolo farmaco”.
Obiettivo dello studio, pertanto, è stato quello di focalizzarsi sui meccanismi molecolare sottostanti l’insorgenza di iperglicemia indotta da anti-psicotici.
 
Sintesi dello studio e dei risultati principali
Come primo step, i ricercatori hanno cercato, consultando il database FAERS (the FDA Adverse Event Reporting System) i candidati potenziali alla riduzione del rischio di iperglicemia indotto dagli antipsicotici atipici.
 
La ricerca all’interno di questo database ha portato alla scoperta che i pazienti ai quali era stata incidetalmente prescritta vitamina D in concomitanza con l’assunzione di quetiapina erano quelli con minore probabilità di sviluppare iperglicemia.
“Tale risultato è stato in parte inaspettato – commentano gli autori – in quanto la vitamina D è normalmente prescritta per trattare l’osteoporosi; infatti, sono stati documentati, nel mondo, solo 1.232 casi nei quali la vitamina D era stata prescritta in concomitanza con quetiapina, a suggerire la bontà dell’approccio utilizzato per identificare questi casi”.
 
Per verificare la veridicità della predizione della capacità della vitamina D di mitigare il rischio di iperglicemia indotta da quetiapina, i ricercatori si sono serviti, successivamente, di un modello sperimentale murino, allo scopo di valutare l’effeto della vitamina D sull’intolleranza al glucosio indotta dalla quetiapina.
 
In questo modo, i ricercatori hanno osservato che il gruppo di topi ai quali era somministrata vitamina D, insieme a quetiapina, mostrava livelli di glicemia inferiori a quelli rilevati nei topi trattati solo con quetiapina.
 
La seconda parte del lavoro è consistita nell’identificare il meccanismo d’azione alla base di quanto osservato, sia mediante ricerca su database che sul modello sperimentale murino.
 
Analisi ulteriori, condotte su database di espressione genetica, dei pathway di trasduzione di segnali biochimici e dei livelli di espressione genica, hanno suggerito nella down-regolazione indotta da quetiapina di Pik3r1, un gene critico che agisce a valle del recettore di insulina, il meccanismo d’azione attraverso il quale la vitamina D sarebbe in grado di prevenire l’ipeglicemia indotta da quetiapina.
 
In pratica, i ricercatori hanno osservato che la ridotta espressione dell’RNAm di Pik3r1 era inibita dalla supplementazione di colecalciferolo nel muscolo scheletrico, e che l’uptake di glucosio, stimolato dall’insulina, all’interno dei mioblasti murini C2C12, era inibito dalla presenza di quetiapina, per essere ripristinato dalla somministrazione concomitante di calcitriolo secondo un meccanismo PI3K-dipendente.
 
Riassumendo
I risultati di questo studio hanno dimostrato l’efficacia della vitamina D nel contrastare l’ipeglicemia indotta da antipsicotici, sulla base di una valutazione di dati provenienti da database di eventi avversi clinici e di tossicità molecolare, seguiti da validazione sperimentale, sia in vivo che in vitro.
 
Sulla base di questi risultati, pertanto, è possibile suggerire, come razionale clinico da verificare in appositi studi clinici, l’adozione di una terapia di combinazione a base di vitamina D e di farmaco antipsicotico, dove l’apporto vitaminico avrebbe il ruolo di salvaguardare i pazienti psichiatrici dall’insorgenza di iperglicemia indotta da anti-psicotici, accompagnata dallo sviluppo della condizione di insulino-resistenza, prodromica al diabete franco.
 
Bibliografia
Nagashima T et al. Prevention of antipsychotic-induced hyperglycaemia by vitamin D: a data mining prediction followed by experimental exploration of the molecular mechanism. Scientific Reports 6, Article number: 26375 (2016); doi:10.1038/srep26375
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