Interferenti endocrini riducono i livelli ematici di vitamina D



L’esposizione al bisfenolo A (BPA) e ad altri composti noti come questo, denominati “interferenti endocrini” (EDCs) potrebbero ridurre i livelli di vitamina D in circolo.

Lo dimostrano i risultati di uno studio di recente pubblicazione sulla rivista JCEM, il primo ad avere documentato l’esistenza di un’associazione tra l’esposizione agli EDCs e i livelli di vitamina D in un’ampia coorte di individui adulti residenti negli USA.

Come è noto, ftalati e BPA sono composti chimici che si ritrovano in numerosi prodotti industriali e destinati al consumo (il BPA, ad esempio, è utilizzato nella produzione delle bottiglie di plastica o ricopre la maggior parte delle lattine dei prodotti conservati e delle bevande; gli ftalati, invece, sono utilizzati principalmente per la plastica, ma possono anche trovarsi nei deodoranti, e nei prodotti per la cura personale come shampoo, gel doccia e il trucco).

Ftalati e BPA rientrano nella categoria dei cosiddetti Come è noto, gli EDCs sono dei composti chimici che possono indurre effetti avversi sulla salute umana, interferendo con gli ormoni dell’organismo umano.

“Dal momento che la struttura molecolare del metabolita della vitamina D attiva [1,25(OH)2D] è simile a quelli degli ormoni steroidei classici e che il suo recettore nucleare appartiene alla stessa famiglia di proteine dei recettori steroidei e tiroidei, è plausibile che questi composti ambientali possano esercitare un ampio spettro di azioni sul sistema endocrino della vitamina D – scrivono gli autori nell’introduzione allo studio”.

Come è noto, la vitamina D gioca un ruolo essenziale nel mantenimento della salute ossea e muscolare, ricordano gli autori.

Inoltre, bassi livelli di vitamina D sono stati implicati negli outcome di numerose condizioni morbose, quali le malattie CV, il diabete e il cancro.

L’assenza, fino ad ora, di dati pubblicati sulla relazione tra l’esposizione ai ftalati e al BPA da un lato, e i livelli circolanti totali di 25(OH)D nella popolazione statunitense ha sollecitato la messa a punto di questo studio, finalizzato a studiare queste associazioni ipotizzate in un campione rappresentativo di persone adulte già incluse nello studio NHANES (the National Health and Nutrition Examination Survey) 2005-2010.

Sono stati prelevati, pertanto, campioni ematici per misurare i livelli vitaminici nel sangue. Inoltre, allo scopo di misurare la possibile esposizione agli EDCs, sono state condotte anche analisi delle urine per le sostanze rimaste dopo metabolizzazione degli ftalati e di BPA da parte dell’organismo.

Analizzando sinteticamente i risultati, è emerso che i metaboliti di DEHP (2-ethylhexyl phthalate) erano inversamente associati con i livelli totali di 25(OH)D i maniera consistente, sia sulla popolazione in toto dello studio NHANES che in modelli stratificati in base al sesso. Nello specifico, nella popolazione in toto, è stata identificata l’esistenza di una relazione inversa significativa con la concentrazione dei metaboliti di DEHP: ad un incremento del range di concentrazione interquartile di DEHP corrispondeva un decremento percentuale pari all’1,9% dei livelli totali di 25(OH)D (IC95%= 3,64; 0,17).

Per quanto riguarda, invece, il BPA, è stata documentata una relazione inversa statisticamente significativa nel sesso femminile, ma non in quello maschile. In particolare, ad un incremento del range interquartile di BPA urinario corrispondeva una riduzione percentuale, pari al 3,71% (IC95%= 6,41; 1,02) dei livelli totali di 25(OH)D.

Nel complesso, i risultati di questo studio forniscono ragionevoli evidenze che l’esposizione ambientale ai ftalati e al BPA possa alterare i livelli circolanti di 25(OH)D negli adulti. Alcune analisi stratificate, inoltre, hanno mostrato che alcune di queste associazioni possono variare in base al sesso di appartenenza.

Sono ora necessari nuovi studi, sia clinici, sia sperimentali (questi ultimi su modello animale), in grado di chiarire alcuni punti ancora oscuri, quali la natura delle associazioni identificate (causali o causa-effetto), la direzione dell’eventuale rapporto esistente causa-effetto, nonché i meccanismi esatti attraverso i quali questi composti sono in grado di alterare il sistema endocrino della vitamina D e le implicazioni sulla salute pubblica.

Bibliografia

Johns LE et al. Relationships Between Urinary Phthalate Metabolite and Bisphenol A Concentrations and Vitamin D Levels in U.S. Adults: National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), 2005–2010. JCEM 101: 4062–4069, 2016
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http://press.endocrine.org/doi/pdf/10.1210/jc.2016-2134