Deficit di vitamina D e fumo possono aumentare la disabilità nella sindrome clinicamente isolata



Il deficit di vitamina D e lo status di fumatore possono aumentare l’accumulo di disabilità nei pazienti con la sindrome clinicamente isolata, secondo quanto emerso da uno studio condotto dai ricercatori del Centre d’Esclerosi Múltiple de Catalunya (CEMCAT), Hospital Universitario Vall D’Hebron di Barcellona, presentato in occasione del Congresso dell’ European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (ECTRIMS) 2016.
 
La sindrome clinicamente isolata – di cui si trova spesso l’acronimo inglese CIS (Clinically Isolated Syndrome) – è uno dei possibili decorsi della sclerosi multipla. Si tratta della comparsa di un episodio neurologico (sintomo o segno), che duri almeno 24 ore e che sia dovuto a un processo demielinizzante (perdita della mielina che ricopre gli assoni dei nostri neuroni) del sistema nervoso centrale.
 
Dallo studio, che ha arruolato più di 460 pazienti con CIS, è emerso che i soggetti con livelli molto ridotti di 25(OH) vitamina D, definiti come inferiori a 8,0 ng/ml, mostravano un aumento di più del doppio del rischio di aumento della disabilità rispetto ai soggetti con valori di vitamina D normali, ovvero superiori ai 20 ng/ml.
 
Inoltre, i pazienti con livelli di cotinina sierica (un metabolita nella nicotina) superiori ai 14 ng/ml, ovvero i fumatori attivi, avevano un rischio aumentato di 2,5 volte di avere una malattia severa, rispetto ai non fumatori.
 
Come spiegano gli autori, “l’impatto di questi due fattori diventava meno consistente quando la CIS veniva convertita in sclerosi multipla. Il messaggio chiave è semplice: i pazienti con sclerosi multipla di stadio precoce possono necessitare di un supplemento di vitamina D e devono smettere di fumare. Questi risultati sono in linea con altre evidenze. Il fumo aumenta l’infiammazione nel cervello. Ma questi fattori non riducono il tempo alla sclerosi multipla clinicamente definita, e questo è molto interessante”.
 
Gli esperti hanno esaminato il dati della coorte di Barecellona (n=1127) il cui arruolamento era iniziato nel 1995. Tutti i partecipanti avevano un’età superiore ai 50 anni al basale.
 
Le indagini di risonanza magnetica erano state condotte al basale e alle visite di follow up (follow up medio pari a 8 anni) e i campioni di sangue erano stati analizzati ogni sei mesi dalla diagnosi di CIS. Nel nuovo studio, una sottoanalisi dello studio principale, i ricercatori hanno valutato i livelli di vitamina D e di nicotina nel sangue dei pazienti arruolati.
 
Gli outcome dello studio principale erano la sclerosi multipla clinicamente definita attraverso i criteri McDonald e l’accumulo della disabilità, definita come un punteggio di 3,0 della Expanded Disability Status Scale (EDSS).
 
Il valore medio di 25(OH) vitamina D nei 503 partecipanti con CIS era pari a 17,6 ng/ml. Il 72% dei pazienti analizzati aveva valori di vitamina D inferiori a 20 ng/ml. Di questi il 9% presentava un deficit di vitamina D grave.
 
Rispetto ai soggetti con livelli normali di 25(OH) vitamina D, i pazienti con livelli severamente ridotti avevano un HR pari a 2,3 relativo all’aumento della disabilità secondo la scala EDSS (IC 95% 1,1-5,0, P=0,03). Dopo aggiustamento per diversi fattori di confondimento quali sesso, età, diagnosi di CIS e numero di lesioni in T2, l’HR era ancora pari a 2,3 (P<0,05).
 
Comunque, le associazioni tra livelli di vitamina D molto ridotti e rischio di sclerosi multipla clinicamente definita e tra livelli di vitamina D e rischio di sclerosi multipla secondo i criteri McDonald non erano significative (P=0,3).
 
Tra i 464 partecipanti per i quali erano stati misurati i livelli di cotinina, il valore medio del metabolita della nicotina era pari a 0,54 ng/ml. Quarantatre soggetti erano fumatori attivi. Dopo aggiustamento per ulteriori fattori di confondimento, l’HR era significativo a 2,4 (P=0,002), ma i livelli di vitamina D e di cotinina non erano associati con la conversione della CIS a sclerosi multipla.
 
“I risultati del nostro studio dimostrano che la severità del deficit di vitamina D e il fumo hanno un effetto indipendente sull’accumulo di disabilità nei pazienti con CIS”, spiegano gli autori.
 
Durante la sessione “Clinical Highlights” di ECTRIMS 2016 gli esperti hanno affermato l’importanza di definire i fattori ambientali per ogni paziente con sclerosi multipla, tra cui l’obesità, il fumo, i livelli di vitamina D e l’esercizio fisico, in quanto la correzione di questi fattori può avere un impatto positivo nella patogenesi e nella severità della malattia”.