Colite ulcerosa, ipovitaminosi D associata ad aumento recidive di malattia



Livelli ridotti di vitamina D si associano ad un maggior rischio di recidive di colite ulcerosa (UC) nei pazienti in remissione clinica di malattia.
Queste le conclusioni di uno studio prospettico, pubblicato su Clinical Gastroenterology and Hepatology, che suffragano il monitoraggio di routine dei livelli ematici di vitamina D nei pazienti con UC e forniscono un razionale per la possibile supplementazione futura di questi pazienti, sottoposti a terapia di mantenimento.
 
Razionale dello studio
La vitamina D sta assumendo un ruolo sempre più importante come fattore ambientale nella patogenesi dei disordini ad eziologia autoimmunitaria, comprese le malattie infiammatorie intestinali (IBD):”Recettori della vitamina D sono espressi in un’ampia varietà di cellule del sistema immunitario – ricordano gli autori nell’introduzione allo studio – per cui la vitamina D presenta numerosi effetti sulle risposte di tale sistema. La vitamina D, per esempio, riduce la generazione di risposte pro-infiammatorie T-helper 1 ed innalza i livelli di espressione delle cellule anti-infiammatorie T-helper 2. Inoltre, promuove l’induzione di meccanismi di auto-tolleranza mediante inibizione della differenziazione e della maturazione delle cellule dendritiche mentre incrementa il numero e la funzione delle cellule T regolatorie”.
 
“ La vitamina D – continuano gli autori – è stata implicata anche nella modulazione della capacità dei macrofagi umani di sopprimere i batteri intracellulari e nella protezione della barriera mucosale epiteliale dai processi di infiammazione intestinale. In letteratura esistono numerosi studi che hanno associato i polimorfismi genetici del recettore della vitamina D (VDR) con la suscettibilità e la severità di malattia nei pazienti affetti da UC e dal morbo di Crohn. I dati, ottenuti su modello animale, sono stati confermati indirettamente in studi epidemiologici umani che hanno dimostrato come i livelli ematici di vitamina D siano inversamente associati con la severità di malattia nei pazienti con IBD”.
 
La presenza di dati non definitivi sulla capacità della vitamina D di influenzare anche il rischio di recidiva di UC ha sollecitato la messa a punto di questo studio, che ha cercato di determinare l’associazione esistente tra i livelli basali di vitamina D nel corso di un periodo di remissione clinica di malattia e il rischio di recidive successive di UC.
 
Disegno dello studio e risultati principali
I ricercatori hanno condotto uno studio prospettico in cieco rispetto ai medici coinvolti, in 70 pazienti affetti da UC con un punteggio SCAI (Simple Clinical Colitis Activity Index) di attività di malattia uguale o inferiore a 2, reclutati dopo colonoscopia di controllo, effettuata tra il 2009 e il 2012 presso un centro USA per la cura delle IBD.
 
I pazienti sono stati sottoposti, inizialmente, a misurazione dei livelli sierici di 25(OH)D mediante test ELISA, per poi essere seguiti per un anno al fine della registrazione degli eventi di recidiva clinica di malattia.
 
Passando ai risultati, sul totale dei pazienti inclusi nello studio, solo il 60% di questi ha riferito di aver assunto supplementazioni vitaminiche di vitamina D.
 
Nel complesso, il 20% dei pazienti con livelli iniziali di vitamina D uguali o inferiori a 35 ng/mL sono andati incontro a recidiva di malattia rispetto al 9% dei pazienti con livelli di vitamina D che andavano oltre la soglia sopra indicata (p=0,003)
I ricercatori hanno osservato che i livelli medi iniziali di vitamina D erano inferiori nei pazienti che andavano incontro a recidiva di malattia nel corso del follow-up (29,5 ng/mL vs. 50,3 ng/mL; P = 0,001).
 
Inoltre, hanno osservato che livelli di vitamina D Da ultimo, è stato osservato che bassi livelli iniziali di vitamina D erano associati, in modo indipendente, a livelli elevati iniziali di infiammazione endoscopica (OR = 1,29; IC95% =1,07-1,85) e istologica (OR = 1,46; IC95%=1,13-1,88).
La curva ROC dei livelli iniziali di vitamina D in relazione all’outcome di recidiva clinica di malattia ad un anno aveva una AUC pari a 0,72 (p<0,01). Inoltre, livelli sierici di vitamina D pari i inferiori a 35 ng/mL erano in grado di predire il rischio di recidiva clinici con una sensitività del 70% e una specificità del 74%.
 
Prospettive e limiti dello studio
Nel commentare i risultati, gli autori hanno sottolineato come “lo studio fornisca evidenze a favore dell’esistenza di una correlazione tra bassi livelli di vitamina D e l’infiammazione endoscopica e istologica, con conseguente incremento del rischio di insorgenza di recidive cliniche di malattia durante i periodi di remissione clinica”.
 
“La vitamina D pertanto – concludono gli autori – rappresenta un supplemento affidabile, accessibile e relativamente non tossico, con potenziali effetti protettivi nel mantenimento della remissione clinica di malattia in pazienti con UC”.
 
Nell’editoriale di accompagnamento al lavoro (2), tuttavia, non si nascondono alcune critiche relative alla scelta del valore di 35 ng/mL come livello di cut-off, un valore che cade in mezzo a quello che è considerato essere il range di normalità della vitamina D (20-40 ng/mL). Un’altra critica riguarda gli intervalli di confidenza relativi al rischio di recidiva a livelli ridotti o elevati di vitamina D, dai quali non sembra emergere una relazione dose-risposta negli OR in base ai livelli vitaminici. Resta aperto, infine, il problema della natura dell’associazione identificata (rapporto di causalità o rapporto causa-effetto?).
 
Ciò detto, sia gli autori dello studio che l’estensore del commento concordano sulla necessità di effettuare trial clinici prospettici finalizzati al raggiungimento di livelli vitaminici al di sopra della soglia considerata nello studio, al fine di stabilire in modo certo l’impatto della vitamina D sugli outcome di UC.
 
Bibliografia
1) Gubatan J et al. Low Serum Vitamin D During Remission Increases Risk of Clinical Relapse in Patients With Ulcerative Colitis. Clinical Gastroenterology and Hepatology 2017;15:240–246
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2) Hanauer SB. Vitamin D Levels and Outcomes in Inflammatory Bowel Disease. Which is the Chicken and Which is the Egg? Clinical Gastroenterology and Hepatology 2017;15:247–248
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