Poca vitamina D causa anemia dopo chirurgia cardiaca



I risultati di uno studio pubblicato online ahead-of-print sulla rivista PlosOne (1) hanno dimostrato che, nei pazienti destinati alla chirurgia cardiaca, l’anemia pre-operatoria, un fattore di rischio indipendente di cattivo outcome clinico in questi pazienti, è inversamente associata ai livelli di vitamina D. Tale risultato suffraga il razionale di una possibile supplementazione vitaminica come strategia per la prevenzione dell’ anemia pre-operatoria nei pazienti destinati a chirurgia cardiaca.

“E’ noto come l’anemia rappresenti un problema rilevante di salute pubblica a livello globale – si legge nell’introduzione al lavoro – con una prevalenza media di questa condizione pari, in media, al 24,8%. Nei pazienti destinati alla chirurgia cardiaca, invece, la prevalenza di anemia oscilla tra il 22 e il 54,4%.”

“Alcuni studi osservazionali – continuano gli autori – hanno dimostrato come l’anemia pre-operatoria rappresenti un predittore indipendente di cattivo outcome clinico nei pazienti destinati alla chirurgia, sia cardiaca, sia non cardiaca e come differenti complicanze postoperatorie, quali infezioni, ictus e insufficienza cardiaca siano associate all’anemia pre-operatoria. Inoltre, l’anemia pre-operatoria è un fattore di rischio indipendente di mortalità intra-ospedaliera e per tutte le cause”.

E’ stato recentemente dimostrato che la condizione di deficit di idrossivitamina D [25(OH)D] è associata in modo indipendente a bassi livelli di emoglobina e ad un rischio più elevato di anemia in pazienti destinati a chirurgia cardiaca (2) e che i livelli circolanti della vitamina D attiva [1,25(OH)2D] sono un migliore predittore di anemia dei livelli circolanti di 25(OH)D (3).

“In particolare – spiegano gli autori – i livelli di 1,25(OH)2D potrebbero influenzare il midollo osseo stimolando l’eritropoiesi nei precursori degli eritrociti grazie ad un incremento della sensitività all’eritropoietina (EPO). Non solo: 1,25(OH)2D ha la capacità di stimolare la proliferazione delle cellule progenitrici, indipendentemente dalla presenza di EPO”.

Obiettivo di questo studio è stato quello di studiare l’associazione tra i livelli pre-operatori di 25(OH)D e di 1,25(OH)2D con il rischio di anemia in pazienti con intervento programmato di chirurgia cardiaca.
A tal scopo sono stati presi in considerazione 3.615 pazienti destinati a intervento di chirurgia cardiaca, al fine di determinare l’associazione tra l’anemia pre-operatoria (livelli di Hb <12,5 g/dL) e i livelli circolanti di 25(OH)D e 1,25(OH)2D.
Il 27,8% della coorte di pazienti reclutati è risultato anemico.

I risultati hanno mostrato che, nei pazienti con livelli deficitari di 25(OH)D ( Quanto alle concentrazioni di 1,25(OH)2D, a livelli più bassi di vitamina D attiva (70 pmol/l; p<0,001).

L’analisi di regressione lineare logistica multivariata, corretta per fattori confondenti ha mostrato che gli odd ratio di anemia nei soggetti con livelli più bassi di 25(OH)D e 1,25(OH)2D erano pari, rispettivamente, a 1,48 (IC95%:1,19-1,83) e a 2,35 (IC95%:1,86-2,97) rispetto ai pazienti con livelli più elevati di 25(OH)D e 1,25(OH)2D.
Inoltre, il rischio di anemia è risultato maggiore nei pazienti con deficit concomitante di 25(OH)D e
1,25(OH)2D (OR aggiustato= 3,60; IC95%:2,40-5,40). La prevalenza di deficit di 25(OH)D è risultata maggiore per l’anemia da deficit nutrizionale, mentre quella di deficit di 1,25(OH)2D è stata più frequente per l’anemia da nefropatia cronica.

Nonostante alcuni limiti metodologici dello studio, il più importante dei quali risiede nella natura osservazionale, che non consente di concludere se le associazioni documentate tra i livelli di vitamina D e il rischio di anemia siano casuali o meno, i risultati ottenuti dimostrano che i livelli di 25(OH)D e di 1,25(OH)2D sono indipendentemente associati con basse concentrazioni di Hb e un elevato rischio di anemia in pazienti destinati a chirurgia cardiaca. Sono necessari nuovi studi per chiarire se le associazioni osservate siano casuali e se la supplementazione pre-operatoria di vitamina D sia in grado di prevenire o trattare l’anemia in questa categoria di pazienti.

1. Ernst JB et al. Independent Association of Circulating Vitamin D Metabolites with Anemia Risk in Patients Scheduled for Cardiac Surgery. PLoS ONE 10(4): e0124751. doi:10.1371/journal.pone.0124751
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2. Zittermann A, et al. Association of 25-hydroxyvitamin D with anemia risk in patients scheduled for cardiac surgery. Int J Lab Hematol. 2013. In press

3. Zittermann A, et al. Vitamin D deficiency is an independent predictor of anemia in end-stage heart failure. Clin Res Cardiol. 2011; 100: 781–8. doi:10.1007/s00392-011-0312-5
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