Bassi livelli vitamina D correlano con infezioni e mortalità in pazienti cirrotici



Stando ai risultati di uno studio pubblicato online sulla rivista PlosOne, la condizione di deficit di idrossivitamina D [25(OH)] sarebbe associata a malattia epatica avanzata, mentre bassi livelli di 25(OH)D sarebbero indicatori di outcome infausto e risulterebbero associati a complicanze di natura infettiva.

Come è noto, la cirrosi è conseguenza di malattie croniche del fegato, e si caratterizza per la presenza di danno epatico, infiammazione cronica e, da ultimo, sostituzione progressiva del parenchima epatico con tessuto fibroso.
“Recentemente – ricordano gli autori nell’introduzione al lavoro – è stato documentato un incremento di incidenza della condizione di deficit di 25(OH)D in soggetti sofferenti di malattia epatica, e la severità del deficit vitaminico correla con la severità della disfunzione epatica”.

“La malattia epatica – continuano gli autori – si accompagna ad attivazione del sistema immunitario innato e i livelli di vitamina D correlano in modo inverso con l’espressione dei recettori TLRs nei monociti, a suggerire l’esistenza di una relazione inversa tra i livelli di vitamina D e l’infiammazione sistemica”.

Non solo: “Quadri di infiammazione sostenuta, documentati dalla presenza di livelli elevati di proteina reattiva C o CD163 solubile sono associati ad una prognosi sfavorevole in pazienti affetti da cirrosi – ricordano gli autori”
Dal momento che i pazienti cirrotici che presentano anche infezioni o quadri clinici infiammatori – documentati da livelli elevati di CRP o sCD163 -, si caratterizzano per prognosi sfavorevole e che l’espressione dei TLRs correla in modo inverso con i livelli di vitamina D, gli autori dello studio hanno ipotizzato che bassi livelli vitaminici potrebbero essere associati con risposte infiammatorie e complicanze infettive in pazienti cirrotici.

Per confermare la veridicità di questa ipotesi, è stato messo a punto questo studio prospettico di coorte, avente lo scopo di valutare la relazione esistente tra i livelli di 25(OH)D con gli stadi di progressione cirrotica e la mortalità, come pure l’associazione tra le concentrazioni di 25(OH)D e le complicanze della cirrosi, comprese quelle di natura infettiva.

A tal scopo, sono stati reclutati 251 pazienti cirrotici. Questi sono stati sottoposti a dosaggio radioimmunologico dei livelli di 25(OH)D a partire da campioni ematici, ottenuti all’inizio dello studio. Il tempo medio di follow-up è stato di 411 ± 397 giorni, con un range 1-1382 giorni.

Trenta pazienti (il 12% del campione) sono stati sottoposti a trapianto di fegato e 85 (il 33.8% del campione) sono deceduti durante il follow-up dello studio.
I livelli sierici medi di 25(OH)D rilevati nei soggetti inclusi nello studio erano pari a 8,93 ± 7,1 ng/ml, con un range compreso tra 1 e 46 ng/ml.

I risultati ottenuti alla fine del follow-up hanno documentato l’esistenza di differenze significative dei livelli di 25(OH)D in relazione ai punteggi Child Pugh, utilizzati per valutare la gravità delle epatopatie croniche, nonché l’esistenza di una correlazione negativa con un altro modello di valutazione della gravità della cirrosi (MELD – model of end stage liver disease).

Non solo: i pazienti con cirrosi scompensata e complicanze infettive mostravano livelli di 25(OH)D significativamente più bassi rispetto ai pazienti non complicati. Inoltre, i modelli di regressione univariata e multivariata di Cox hanno documentato l’esistenza di un’associazione tra la mortalità e il riscontro di bassi livelli di 25(OH)D.

In conclusione, i risultati dello studio hanno dimostrato che la vitamina D non è solo associata con la severità della malattia epatiche e delle infezioni associate a questa condizione, ma è anche un parametro prognostico indipendente, essendo i bassi valori di 25(OH)D un fattore di rischio indipendente di mortalità in aggiunta alla stadiazione della cirrosi, al carcinoma epatico e alle complicanze infettive.

Sono ora necessari nuovi studi che verifichino un possibile razionale d’impiego di supplementazioni vitaminiche in questi pazienti.

Finkelmeier F et al. Low 25-Hydroxyvitamin D Levels Are Associated with Infections and Mortality in Patients with Cirrhosis. PloSOne 2015
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