Bassi livelli di vitamina D alla nascita possono innalzare il rischio di sclerosi multipla?



I neonati con livelli ridotti di vitamina D potrebbero avere probabilità maggiori di andare incontro successivamente a sviluppo di sclerosi multipla (SM).
 
Questi i risultati principali di uno studio danese di recente pubblicazione su Neurology (1), che sembrano suffragare osservazioni precedenti pubblicate in tal senso nel corso dell’anno (2-3).
Come è noto, la SM è una malattia cronica del SNC che colpisce, a livello globale, circa 2,5 milioni di individui.
Un numero crescente di osservazioni suggerisce che livelli insufficienti di vitamina D giocano un ruolo nello sviluppo di SM, scrivono gli autori nell’introduzione al lavoro.
 
Nel nuovo studio, i ricercatori hanno voluto verificare l’esistenza dell’associazione postulata utilizzando campioni di macchie di sangue secco depositati presso un’apposita banca biologica (Danish Newborn Screening Biobank). Ciò allo scopo di identificare ogni danese nato a partire dal 1981 che avesse avuto una diagnosi di SM nel 2012.
 
A questo punto i ricercatori hanno messo a confronto le macchie di sangue relative a 521 individui con diagnosi di SM con campioni relativi a 972 individui dello stesso sesso e con la stessa data di nascita, ma senza diagnosi di SM.
 
Dividendo i campioni disponibili in 5 gruppi sulla base delle concentrazioni di vitamina D, è stato osservato che i pazienti con il quintile di concentrazione vitaminica più elevato avevano una probabilità pressochè dimezzata di sviluppare nel corso della vita SM rispetto a quelli afferenti al quintile di concentrazione di vitamina D alla nascita più basso.
 
Il gruppo a rischio più basso di SM (e livelli più elevati alla nascita di vitamina D) presentava livelli vitaminici superiori a 50 nmol/L. Ciò vuol dire che i ricercatori hanno considerato anche gruppi di pazienti con livelli di vitamina D francamente carenti.
 
Nel commentare i risultati, gli autori dello studio hanno ribadito innanzitutto la natura osservazionale dello studio che, per suo limite intrinseco, non stabilisce l’esistenza di una relazione diretta causa-effetto.
 
Mentre, allo stato attuale, non vi sono ancora evidenze sufficienti per raccomandare alle donne in gestazione di assumere vitamina D per ridurre il rischio specifico di SM nel nascituro, la condizione di deficit e di insufficienza vitaminica D durante la gravidanza rappresenta comunque un problema, in ragione dei benefici accertati della supplementazione materna (4).
 
“A tal riguardo – concludono gli autori – le donne dovrebbero discutere con i loro medici curanti se sia appropriato per loro aumentare l’assunzione di vitamina D nel corso della gravidanza”.
 
In conclusione, lo studio non prova ancora in modo definitivo che aumentare i livelli di vitamina D riduca il rischio di SM, ma conferma osservazioni precedenti pubblicate nel corso dell’anno sull’esistenza di un’associazione. Sono necessari, pertanto, studi ulteriori, non osservazionali, che chiariscano la natura del nesso di causalità dell’associazione documentata, come pure studi sul coinvolgimento di altri fattori accertati di rischio di SM, quali il fumo, l’obesità e una storia di mononucleosi.
 
Bibliografia
 
1) Nielsen NM et al. Neonatal vitamin D status and risk of multiple sclerosis A population-based case-control study. Neurology 2016. Published Ahead of Print on November 30, 2016 as 10.1212/WNL.0000000000003454
Leggi
2) http://vitaminad.it/deficit-materno-vitamina-d-associato-ad-incremento-rischio-sclerosi-multipla-sulla-progenie/
3) http://vitaminad.it/sole-vit-d-influsso-sclerosi-multipla-precoce-risente-del-tempo-dei-comportamenti-mutati/
4) http://vitaminad.it/wp-content/uploads/2016/02/LG-vitaminaD_pediatrica.pdf