Soffri di Malattia del colon irritabile? Hai una carenza di vitamina D



I pazienti affetti da malattia del colon irritabile (IBS) mostrano livelli significativi ridotti di vitamina D e potrebbero beneficiare dall’applicazione di screening propedeutici ad una possibile supplementazione vitaminica. Inoltre, l’impatto di IBS sulla qualità della vita potrebbe essere ridotto dai livelli di vitamina D.

Questi i risultati di uno studio pilota di recente pubblicazione sulla rivista BMJ Open Gastroenterology che, se confermati in trial di dimensioni e durata appropriati, potrebbero aprire la strada all’impiego della supplementazione vitaminica di questi pazienti come parte di una strategia di gestione nutrizionale della patologia.

Cosa si sa del legame tra IBS e vitamina D?
L’IBS rappresenta un disordine cronico funzionale gastrointestinale che affligge il mondo occidentale con una prevalenza stimata tra il 10% e il 15%.
Si caratterizza per la presenza di dolore e gonfiore addominale, costipazione e diarrea.
In letteratura è noto da tempo come la condizione di deficit di vitamina D sia associata (in modo casuale) o implicata (relazione causa-effetto) con le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) e il carcinoma colorettale.

Fino ad ora, però, ricordano gli autori nell’introduzione allo studio, non esistevano trial o studi epidemiologici che avessero approfondito la natura del legame con l’IBS, eccezion fatta per un singolo case report che ha suggerito l’esistenza di un beneficio in questa condizione derivante dalla supplementazione vitaminica.

Nel verificare la correttezza dell’ipotesi secondo la quale i pazienti con IBS e insufficienza di vitamina D potrebbero beneficiare di un intervento di supplementazione vitaminica in termini di miglioramento della sintomatologia associata all’IBS, i ricercatori hanno messo a punto un trial pilota al fine di ottenere dati per il calcolo della potenza statistica necessaria alla conferma dei risultati in un trial opportunamente dimensionato.

Quali sono stati i risultati dello studio?
In questo piccolo studio, un trial randomizzato, in doppio cieco, a tre bracci di trattamento, della durata di 12 settimane, 51 pazienti sono stati randomizzati al trattamento con placebo, vitamina D3 (3.000 UI) o vitamina D3 in associazione a probiotici mediante spray sublinguale liquido.
I partecipanti allo studio sono stati successivamente stratificati in base alla status vitaminico (livelli elevati – 25(OH)D>20 ng/mL – livelli deficitari – 25(OH)D La sintomatologia associata ad IBS è stata valutata mediante somministrazione ai pazienti di questionari validati mentre l’assunzione alimentare è stata documentata mediante diari alimentari.

I risultati hanno documentato che, all’inizio dello studio, una proporzione significativa dei pazienti con IBS (compresa tra il 70% e l’82% in base al sottotipo di IBS) versava in condizioni di deficit vitaminico D (media livelli 25OH= 15,3±7,9 ng/mL).

E’ stata documentata, inoltre, l’esistenza di un’associazione significativa, al basale, tra i livelli circolanti di vitamina D e la QoL.
Passando agli esiti della supplementazione, i dati relativi alla fine del trial hanno dimostrato l’efficacia dell’intervento di supplementazione vitaminica nel migliorare i livelli di vitamina D rispetto al placebo.

Nello specifico, tra i partecipanti sottoposti a supplementazione vitaminica D, da sola o in associazione con probiotici, la percentuale di pazienti con livelli elevati di vitamina D è passata dal 22,2% e dal 25% all’87,5% e al 92,3%, rispettivamente.

Quanto alla sintomatologia da IBS, questa non è migliorata in modo significativo con la supplementazione, ma solo in ragione della piccola potenza statistica (evento non inatteso trattandosi di un trial pilota).
A tal riguardo, i ricercatori hanno stimato che un campione di 74 pazienti per braccio di trattamento sarebbe necessario per dare forza statistica al trend sopra osservato e per confermare gli altri risultati.

Al di fuori dei limiti intrinseci dello studio, il trial ha un significato enorme per l’impatto che potrebbe avere sulla pratica clinica futura relativa al trattamento di questa condizione: “I dati ottenuti nello studio – spiegano gli autori, suggeriscono l’evidenza di una condizione diffusa di deficit vitaminico D nei pazienti affetti da IBS. Di conseguenza, potrebbe essere utile sottoporre questi pazienti a screening routinario dei livelli di vitamina D e ipotizzare il ricorso alla supplementazione vitaminica.”

Non solo: “Lo studio – continuano – suffraga l’esistenza di un’associazione positiva tra lo status vitaminico D e le misure di QoL, suggerendo l’esistenza di un’interazione positiva tra la vitamina D, la salute mentale e lo stato di benessere.”
In conclusione, i risultati del trial sono molto interessanti e giustificano la messa a punto di trial, adeguatamente dimensionati, sull’efficacia della supplementazione vitaminica in questo contesto.

Bibliografia
Tazzyman S et al. Vitamin D associates with improved quality of life in participants with irritable bowel syndrome: outcomes from a pilot trial. BMJOpenGastro 2015; 2:e000052. doi:10.1136/bmjgast-2015-000052
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